Nel Meratese le dinamiche sono un po' diverse rispetto al livello Nazionale.
Il PD ha meno perdite rispetto al livello italiano. Verderio ha il risultato peggiore (-7,21%). A Santa Maria Hoè addirittura c'è un aumento del consenso (1,08%). Da sottolineare il risultato di Merate che riesce a perdere solo lo 0,72%.
Forza Italia ha meno perdite rispetto alla Provincia. Il risultato peggiore è il -7,36% di Brivio e quello migliore è il -3,64% di Cernusco.
La Lega fatica a tenere i risultati nazionale. Il miglior risultato è il 18,03 di Brivio. Il peggiore è il 12,57% di Cernusco.
Di segno del tutto diverso dai risultati nazionali è quello del M5S. Non sfonda ed in alcuni Comuni riesce anche a perdere consensi: il risultato migliore è un 4,06% ad Osnago, mentre il peggiore è il -5,16% a Santa Maria Hoè. In altre due Comuni riporta un segno negativo.
Ho, poi, ricostruito una tabella riproducendo i dati dei Comuni sopra i 10 mila abitanti perché sono i territori dove il PD riesce meglio ad esprimere sé stesso, ad organizzarsi. Ho aggiunto, poi, Oggiono e Colico, comuni più piccoli, ma di presenza storica della Lega.
Ecco la tabella:
Forza Italia è fortemente penalizzata ed una parte del suo elettorato è assorbito dalla Lega, soprattutto nei Comuni a forte influenza leghista e dove essa o ha governato o governa (Mandello, Colico e, soprattutto Oggiono).
La Lega assorbe, come già detto, FI, l'astensione e nella cintura di Lecco anche l'elettorato del PD.
Il Movimento 5 Stelle non sfonda con aumenti intorno all'1% e un regresso nei tre Comuni a forte tradizione leghiste.
Da una prima analisi dei Comuni più piccoli ci sono perdite più forti del PD soprattutto nel centro-nord della provincia, analogamente accade a FI. Il M5S non sfonda. La Lega assorbe tutto soprattutto nelle aree che una volta erano considerate "moderate" (montagna, lago, in particolare).
La mia analisi del voto nazionale è che i "moderati" non organizzati (lontani dai partiti) hanno massicciamente votato al Nord la Lega, in particolare coloro che avevano come punto di riferimento il PD e FI.
Inoltre il PD non aveva una politica precisa: era lontano dai problemi della gente comune. Aggiungo che, dove sono spariti i circoli e l'organizzazione, la presenza non può esserci. Il partito rischia di essere percepito come un pezzo del Municipio, delle aziende partecipate o, peggio, come compromesso in operazioni bancarie poco comprensibili. Le banche, in tutto l'occidente, dal tempo della crisi che ha convolti in USA i Bush, sono percepite come il demonio.
Le politiche del lavoro sono state contradditorie e solo propagandistiche. Il Job Act è stato giocato sull'articolo 18 che, dal punto di vista statistico, era un fenomeno marginale. Poco si è detto del resto che contiene interessanti novità.
I contratti del pubblico impiego sono stati rinnovati con pochi soldi e, peggio, assorbendo gli 80 euro. Era chiaro che ci sarebbe stato un rigetto a ridosso delle elezioni.
Altro grande vuoto è stata la mancanza di una direttiva di politica economica soprattutto rivolta ai cosiddetti "moderati" che, non lo sono mai stati, ma che legittimamente difendono il proprio lavoro autonomo.
Concludendo penso che si debbano aprire, a partire dai Circoli, ragionamenti sia di ricostruzione del senso del nostro essere in politica e sia di un progetto organizzativo che cerchi di ascoltare la realtà e costruire la presenza tra le persone, valorizzando gli iscritti e non i segretari.