I "pastori delle api" - continua l'associazione degli agricoltori -, che a Como sono 408, stanno facendo fronte ad una situazione produttiva che definiscono «disastrosa», come racconta Andrea Ortelli, apicoltore 30enne di Carlazzo (CO): «Noi siamo riusciti a fare pochissimo miele di acacia, ma molti nostri colleghi sono rimasti "a secco", per colpa delle intense gelate primaverili. Ora, invece, la siccità e l'eccessivo caldo stanno influendo negativamente sulla produzione di miele estivo, con un calo del 30%». A fargli eco Enrico Ranghetti, 52 anni, apicoltore di Beregazzo con Figliaro (CO), racconta: «È la prima volta che, per colpa del caldo, registro nella nostra zona una riduzione così forte delle covate delle api regine e sulla riproduzione degli sciami. La mortalità, quest'anno, può essere stimata attorno al 60%. Quest'annata sta facendo registrare il 70% di quasi tutte le varietà di miele, tranne il castagno, che per ora, sembra partito bene».
A Lecco, dove gli apicoltori sono 339, conferma il calo Maria Assunta Manzoni, apicoltrice di Galbiate (LC) da 15 anni: «Il miele d'acacia, quest'anno, praticamente non è stato fatto. Quello che ci salva, nonostante il gran caldo, è invece il millefiori che, seguito da tiglio e castagno, sta andando bene».
La Lombardia - conclude Coldiretti -, con i suoi 5mila apicoltori e le sue 143mila arnie, rischia di avere quest'anno 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell'alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali.