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Scritto Giovedì 01 giugno 2017 alle 19:39

Merate: Massimo Oreste Villa a processo per 'bancarotta' per l'impresa edile Bauen srl, fallita con un passivo di 3.600.000€

Il tribunale di Lecco
La deposizione del curatore ha "portato via" più tempo del previsto ma, effettivamente, sono stati svariati gli aspetti su cui il dr. Filippo Radaelli, dottore commercialista con studio in Oggiono, è stato chiamato a fare luce nella mattinata odierna al cospetto del collegio giudicante del Tribunale di Lecco presieduto dal dr. Enrico Manzi (a latere i colleghi Salvatore Catalano e Nora Lisa Passoni). E' entrato così nel vivo - pur senza grande "movimento" visto l'oggetto trattato - il procedimento penale intentato a carico dei signori Fausto Della Cristina (difeso d'ufficio dall'avvocato Guido Corti, oggi sostituito dal collega Lorenzo Magni) e Oreste Massimo Villa (assistito di fiducia da Luisa Bordeaux), noto imprenditore meratese in relazione al fallimento della Bauen srl, società edile dichiarata "estinta" nel 2011. Il primo è a giudizio quale ultimo amministratore di diritto dell'impresa, subentrato pochi mesi prima del crack a Gabriele Antonio a sua volta "successore" di Alessandro Balistriere. Il secondo - parte del cda con la madre fino ad agosto 2008 e dal settembre di quell'anno titolare di una procura speciale attraverso la quale "poteva fare praticamente tutto" - quale supposto amministratore di fatto, circostanza questa confermata al curatore da più dipendenti (uno dei quali sentito in Aula) pronti ad ammettere di aver sempre avuto a che fare direttamente con lui. Bancarotta fraudolenta - con più sfaccettature - l'ipotesi di reato "condivisa" dai due imputati.
Nata nel 1996, la Bauen per quanto esposto dal dr. Radalli sembrerebbe trovarsi in situazione di "sofferenza" già nel 2006 quando, qualora le scritture contabili fossero state tenute correttamente, sarebbe emerso un patrimonio netto negativo di circa 200.000 euro, ben poca cosa rispetto ai 3.600.000 euro circa di passivo accertato a seguito del fallimento.
Ad aggravare un quadro già non particolarmente roseo - per come descritto dal commercialista, con la curatela costituitasi parte civile tramite l'avvocato Manoela Stucchi - il contenzioso apertosi con l'immobiliare Libra (poi anch'essa fallita) in relazione al cantiere di via Terzaghi a Merate. "Da quel momento Bauen non ha più operato come impresa edile ma ha iniziato a fatturare prestazioni di lavoro alla Stern, riconducibile ancora a Villa. Ha poi iniziato a fatturare prestazioni estranee al suo oggetto sociale, quali le pulizie e addirittura la tenuta delle buste paga...".
E cosa succede quando scattano gli accordi transativi per quei maledetti appartamenti terminati e già in parte già abitati senza però l'aver formalizzato il passaggio di proprietà? Libra paga Bauen ma Bauen gira 92.000 euro a Stern.
Il perché lo ha spiegato ancora il dr. Radaelli: la società edile aveva acquistato dalla SCA di Como (altra impresa andata gambe all'aria), importatrice per conto della Mercedes, un automezzo, senza però riuscire a pagarlo. Stern (autofficina con rivendita auto) si accolla il debito, mettendo nero su bianco che si sarebbe poi fatta "risarcire" da Bauen a somma versata. Peccato che, nonostante l'impresa di costruzioni abbia pagato "l'intermediaria", SCA si sia poi insinuata al fallimento della prima, vantando un credito nei confronti della stessa. "Bauen ha così depauperato 92.000 euro" ha concluso il professionista, lasciando intendere che il denaro che doveva essere girato ai comaschi in realtà sia rimasto a Merate ma non nelle casse della realtà da lui "presa in mano". E da quelle stesse casse sarebbero poi usciti ulteriori somme, senza giustificazione: un assegno circolare da 9.700 euro quali "rimborso spese amministratore" in favore di Gabriele Antonio (a carica già cessata) e altri 13.000 euro transitati per La Commerciale Italiana e poi - si presume - girati sempre al medesimo soggetto.
Nel flusso di denaro, come fatto notare dall'avvocato Bordeaux, non ci sarebbero però state solo uscite. Villa nell'impresa avrebbe "investito" - nel 2008 - tutto ciò che ha ottenuto dalla vendita delle proprie quote di Beton Villa (la storica impresa di famiglia, di cui già si conosce la fine) e finanziato - con la madre - la Bauen per oltre un milione di euro, vantando al momento del fallimento un credito accertato di almeno 700.000 euro.
Perentoria sembrerebbe però la conclusione del curatore: si doveva chiudere bottega prima, senza aspettare che l'istanza di fallimento presentata - per "un credituccio piccolo", come lo ha definito il legale difensore - da due dipendenti facesse saltare il banco, scoperchiando il vaso e facendo poi emergere le condotte distrattive e le mancanze documentali ora contestate dal sostituto procuratore Nicola Preteroti, titolare del fascicolo.
Per il proseguo dell'istruttoria si torna in Aula il 26 febbraio, con udienza successiva già scalettata per il 19 aprile.
A.M.
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