
Marco Molgora
Vorrei esprimere la gioia più sincera per la nomina a Cavaliere dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana". A qualcuno potrà sembrare una inutile onorificenza per me rappresenta invece il riconoscimento di tanti anni di impegno, da parte della Repubblica Italiana, quella nata dal sacrificio dei tanti che hanno messo in gioco la propria vita per garantirci libertà e democrazia. Oltretutto quest'anno cade il 65° anniversario della Repubblica Italiana e si ricordano i 150 anni dell'unità nazionale, due avvenimenti che devono essere festeggiati con convinzione. Sono entrato nelle Istituzioni come Consigliere comunale nel 1985, dopo 10 anni di militanza nei movimenti, ho trovato persone che mi hanno aiutato a crescere e maturare, insegnandomi il dovere del rispetto delle forme della politica e delle Istituzioni, comportamenti e organismi che consentono di far funzionare il sistema democratico e di garantire i diritti dei cittadini. Dopo 25 anni e numerose esperienze, Consigliere comunale e provinciale, Sindaco e Assessore provinciale, garantite sempre dall'elezione diretta da parte dei cittadini del territorio in cui vivo e ai quali ho sempre cercato di rispondere, ho lasciato l'attività amministrativa ed oggi non ho più alcun ruolo istituzionale; nonostante ciò mi sento ancora un uomo fortemente legato alle istituzioni e guardo sempre con grande rispetto a chi vi si impegna per rappresentare al meglio i cittadini. La proposta della mia nomina a Cavaliere è stata sostenuta da diverse persone, a partire dal Sindaco di Osnago Paolo Strina, che ringrazio; voglio ringraziare poi in maniera particolare il Sindaco di Lecco Virginio Brivio che ha formalizzato la proposta e il Sen. Antonio Rusconi, che si è fatto carico materialmente della procedura e che mi ha comunicato la notizia. Concludo ringraziando tutte le persone con le quali ho avuto l'onore di collaborare e di condividere 25 bellissimi anni di attività politica e di amministrazione, senza il loro aiuto e senza la forza del loro impegno la mia vita sarebbe stata umanamente più povera.