La malattia che stravolge l’esistenza e il modo assolutamente personale di affrontarla, l’incredibile rapporto che si instaura con il medico che è chiamato a sconfiggerla e il grande insegnamento che deriva da ogni vita che passa nelle proprie mani, dalla più umile alla più prestigiosa. È un punto di vista insolito e affascinante quello che racconta, attraverso “istantanee” di vita raccolte in 10 anni di lavoro tra America e Italia, il difficile percorso umano che chi è colpito da un tumore si trova ad affrontare. Un percorso in questo caso visto attraverso gli occhi del medico, chiamato a mettere la propria conoscenza ed esperienza al servizio dei malati ma che da loro a sua volta trae insegnamenti che lo accompagneranno per sempre.

Il professor Sacchini sfoglia il "suo" libro nel suo ambulatorio al Pianella
Si intitola significativamente
"Dai sempre speranza. I pazienti che hanno cambiato la mia vita" il libro edito da Mondadori e scritto a "quattro mani" dal professor Virgilio Sacchini, oncologo meratese di fama internazionale, e il giornalista padernese Sergio Perego. Una "avventura" iniziata dal racconto del medico al corrispondente, conosciuto alla fine degli anni Novanta nell'ambito dell'attività della Lega italiana per la lotta i tumori, di un paziente "speciale". Da qui la proposta di racchiudere alcune delle "vite" incontrate dal professor Sacchini in un volume, da cui possono trarre insegnamento sia medici che pazienti e chi gli sta accanto.
"Non avrei mai potuto scrivere un'opera del genere da solo, grande merito va alla costanza e alla pazienza con cui Sergio ha creduto in questo progetto e lo ha tradotto in parole" ha spiegato Sacchini, che abbiamo incontrato insieme al suo "co-autore" in una sala visita del Centro medico Polispecialistico "Pianella" di Merate dove visita i suoi pazienti.

Il professor Virgilio Sacchini con Sergio Perego
Il libro è cresciuto piano piano, tra telefonate notturne via skype e cassette registrate oltreoceano e poi "trascritte" in Italia, compatibilmente ai numerosi impegni del celebre oncologo a New York. Il risultato è un "melting pot" di personaggi dalle caratteristiche più diverse, rappresentanti della varietà umana e unite dal terribile filo conduttore del cancro, nemico affrontato da ognuno in modo assolutamente personale e per questo unico. I racconti del professor Sacchini vanno oltre la malattia, e forniscono spaccati di vita in cui il rapporto tra medico e paziente esce dalle mura dell'ambulatorio, in un reciproco scambio di idee ed esperienze che arricchisce entrambi.

"Da questa narrazione esce il vero, quello che queste persone mi hanno saputo regalare" ha spiegato il senologo.
"È importante che il medico si metta nei panni dei suoi pazienti, la partecipazione e il coinvolgimento sono essenziali. Ricordo ancora una signora che non aveva mai voluto farsi operare ma con me ha accettato di farlo. Quando le ho chiesto il motivo mi ha detto: "Lei mi ha fatto sentire importante fin dal primo momento". Questo è un messaggio che in America è maggiormente tenuto in considerazione, qui lo spazio per la comunicazione si riduce ai minimi termini e conta quasi più la quantità che la qualità, negli Stati Uniti si consiglia ai pazienti di portarsi un libro, ma dopo l'attesa gli si offre quello che meritano".

E sono proprio le reazioni e i comportamenti dei malati visitati dal progessor Sacchini a diventare protagonisti nel libro, come il mettersi nelle sua mani con fiducia o portarlo nel proprio mondo, come ha fatto un "boss" di Harlem invitando il dottore a cena come fosse una "star". Sfoglia il libro con occhi ammirati e il tocco gentile che contraddistingue tutti i suoi modi il professor Sacchini, è la prima volta che vede l'opera stampata e quasi ancora non crede che sia divenuta realtà.
"Ho imparato che la scrittura è un modo di insegnare qualcosa, non bisogna tenere per sé ciò che ci ha arricchito, ma condividerlo". E l'insegnamento maggiore è forse quello stampato sul retro del volume:
"Ognuno di noi è diverso, anche nella malattia. Nessuna cura potrà mai diventare universalmente valida. E questo un medico non dovrebbe mai dimenticarlo".
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