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Scritto Giovedì 06 ottobre 2016 alle 18:44

Merate, prostituzione al centro massaggi: sfilata di 5 clienti al processo alla titolare

Lo stabile dove era ubicato il centro massaggi

"Al massaggio al corpo è seguita poi la finalizzazione nelle parti intime" ha asserito un cliente, con casa a Rovigo ma di passaggio a Merate per questioni di lavoro. Ha parlato invece di "manovre manuali" il più reticente dei testi sfilati dinnanzi al collegio giudicate presieduto dal dr. Enrico Manzi, con il pubblico ministero Silvia Zannini obbligata più volte a muovergli contestazioni per la discrepanza evidente tra la versione fornita a suo tempo alla Polizia Locale e quella - decisamente più minimale - ricostruita, dopo tre anni, in Aula. I meno imbarazzati - e più giovani - l'hanno definita più tecnicamente "masturbazione", con un quarantunenne che mettendo in fila la sequenza degli avvenimenti ha raccontato - piuttosto asetticamente -  di un massaggio alla schiena, seguito dalla richiesta di girarsi, poi slip sfilati direttamente dalla cinesina e il "servizio di masturbazione" quale ultimo atto prima - immaginiamo noi - dell' "arrivederci e grazie". Cinque testimonianze di altrettanti maschietti - dai 66 anni a scendere - hanno quest'oggi lasciato poco spazio alla fantasia rispetto a quanto avveniva, previa la corresponsione di un "balzello" aggiuntivo, nel centro massaggi orientali di via Ceppo a Merate prima che lo stesso, nel 2013, venisse chiuso a seguito dell'intervento dell'Autorità giudiziaria. Del resto, come raccontato anche dal commissario Vincenzo Valenti della Polizia Locale cittadina chiamato con i colleghi a verificare segnalazioni circa movimenti notturni sospetti presso quell'esercizio commerciale, al tempo era bastata una veloce ricerca in internet per trovare riferimenti piuttosto espliciti relativamente alle "prestazioni erogate", con scambi di opinioni e informazioni tra clienti, su diversi siti diciamo così "specializzati" in tema di effusioni... a pagamento.
Ma a chi veniva consegnato il denaro chiesto per il "piacere" extra rispetto al massaggio? E' questo il nodo decisivo che l'istruttoria dibattimentale dovrà sciogliere. A processo, con l'accusa di aver sfruttato o favorito la prostituzione all'interno del centro, si trova infatti una donna - Jiang Aichai il suo nome - indicata quale titolare dell'attività. La Polizia Locale meratese non sembrerebbe avere dubbi circa la provenienza della somma trovata a casa della stessa, in un appartamento di via Mascagni. Decisamente più "confusi" i frequentatori dell'attività commerciale, a loro dire, tutti o quasi, "torchiati" dalla PL fuori dallo stesso, la sera del controllo a tappeto disposto il 15 ottobre 2013, all'esito della loro prima "visita di piacere". Del resto, come detto in Aula, le "cinesi si assomigliano un po' tutte". Alla cassa c'era davvero Jiang Aichai? I soldi venivano passati poi alle "massaggiatrici"? Interrogativi ai quali quest'oggi non parrebbe essere stata data una risposta univoca con il legale dell'imputata capace di mettere dell'ulteriore pepe sulla vicenda producendo una fotocopia del passaporto della propria assistita - oggi non comparsa - dal quale parrebbe che la stessa dal 4 al 20 ottobre 2013 (e dunque anche il giorno del controllo della PL) fosse in Cina. Irrintracciabili dalla Procura, infine, due amiche, connazionali, della signora Jiang Aichai, citate quali testi del pubblico ministero in quanto già sentite dalla Polizia, con dichiarazioni in grado, sembrerebbe, di portare acqua al mulino dell'accusa. Le porterà in Aula la difesa, ha assicurato l'avvocato Matteo Cabianca. La prossima convocazione è per prossimo 2 marzo.
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