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Scritto Lunedì 26 settembre 2016 alle 21:02

Brivio-Airuno: il piromane delle automobili si scusa in aula, condanna a 1 anno e 2 mesi

Un anno e due mesi di reclusione che egli continuerà a scontare agli arresti domiciliari, misura cautelare applicata a seguito dell'istanza presentata nei mesi scorsi dal suo avvocato difensore, Graziana Gatti. Questa la condanna irrogata nella mattinata di oggi, lunedì 26 settembre, nei confronti di Daniele Zanoni, 48enne nullafacente di Brivio accusato di aver dato alle fiamme 10 autovetture e 2 autocarri in alcuni posteggi pubblici e privati in paese e ad Airuno, nella notte tra il 21 e il 22 aprile.


L'uomo, che dovrà pagare anche le spese processuali, ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni di fronte al giudice Enrico Manzi e al Pubblico ministero Pietro Bassi durante l'udienza con rito abbreviato, esprimendo dispiacere per i danni cagionati con le sue azioni.
"Quella sera avevo bevuto molto vino, altrimenti non mi sarei comportato in quel modo. Ho sbagliato, e ho fatto del male a persone che non c'entrano niente. Ero esasperato per tante angherie subite a livello personale" ha confessato l'uomo. "Ho saputo anche che molti sono padri di famiglia e faticano ad arrivare a fine mese, mi dispiace".


Un anno e otto mesi la pena indicata dal Vpo Pietro Bassi per il reato di "danneggiamento seguito da incendio" (articolo 424 del codice penale). Il legale difensore del 48enne ha ricordato che il dottor Giuseppe Giunta, consulente della pubblica accusa, aveva definito Daniele Zanoni incapace di intendere e volere quella notte, mentre il dottor Lanfranconi - nominato dalla difesa - ha escluso disturbi psicotici pur riconoscendo una condizione di disagio personale dell'uomo.
"Il mio assistito ha vissuto la tragica perdita del fratello, un fatto con cui si deve confrontare costantemente, in una sorta di sindrome del sopravvissuto" ha spiegato l'avvocato. "E' rimasto senza lavoro in un'età in cui non è facile trovarlo, e questo non ha fatto che peggiorare le cose. Ha precedenti per furto e per evasione dagli arresti domiciliari proprio perché faticava a sostenersi. Al Cps, a seguito di valutazione, non lo hanno preso in carico" ha concluso il legale, chiedendo per il suo assistito il minimo della pena e le attenuanti generiche, concesse queste ultime dal giudice unitamente alla diminuzione prevista dal rito.
Il dottor Manzi, optando per gli arresti domiciliari (in alternativa alla libertà vigilata con obbligo di presenza al Cps, in virtù di quanto spiegato dall'avvocato) ha indicato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza.
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