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Scritto Lunedì 23 maggio 2016 alle 21:05

Calco: portò il figlio con sé in Romania, chiesti 2 anni per ''sottrazione di minore''

Il 15 agosto del 2011 è partita alla volta della Romania portando con sé il figlio minorenne, senza più fare ritorno in Italia e, di fatto, impedendo al padre di vedere il bambino nei termini stabiliti dal Tribunale lecchese all'atto della separazione della coppia.
Ora una donna romena, che prima di lasciare l'Italia viveva a Calco, è imputata con l'accusa di "sottrazione internazionale di minore" (ai sensi dell'articolo 574 bis del codice penale).
Nella mattinata di oggi, di fronte al giudice Salvatore Catalano, al Pubblico ministero Mattia Mascaro e all'avvocato difensore Maurizio Lanfranchi (in sostituzione del collega Ivano Frigerio), è stato il padre - che vive a Olgiate Molgora - a raccontare la sua versione dei fatti.
"Ci eravamo sposati nel 1997, separandoci poi qui in Italia. In genere durante l'estate la mia ex moglie portava con sé il bambino in Romania, poi tornava per l'inizio dell'anno scolastico. Nel 2011 era stato stabilito che l'abitazione dove lei viveva qui, insieme a lui, era troppo piccola, e che avrebbe dovuto trovare nuovi spazi. Erano state indicate precise modalità e tempistiche in cui io avrei dovuto vedere mio figlio. Da allora l'ho rivisto in Romania, ma lei non è più tornata. Continuo nel frattempo a pagare 250 € al mese per il suo mantenimento".
Il vice procuratore onorario Mattia Mascaro, evidenziando come la sentenza di separazione specifica il diritto di visita del minore in Italia da parte del padre, ha chiesto per la donna la condanna a 2 anni di reclusione, ravvisandone la colpevolezza ai sensi dell'articolo 574 bis del codice penale.
L'avvocato difensore ha invece indicato l'assoluzione perché il fatto non sussiste, e non vi è prova sufficiente, chiedendo in subordine il minimo della pena e i benefici di legge.
Il giudice Salvatore Catalano ha rinviato il processo per repliche al prossimo 14 giugno.

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