Il polo territoriale e la sua nuova organizzazione, con focus sul ruolo dei Pot e dei PreSST nonché dei medici di medicina di base, ha sostanzialmente monopolizzato, dopo l’introduzione di carattere generale, la serata di approfondimento curata dal presidente della commissione regionale Sanità Fabio Rizzi e dal suo vice Angelo Capelli, che si sono alternati al microfono, ceduto velocemente loro dal commissario straordinario Giuseppina Panizzoli che ha rubato solo un paio di minuti per dare il benvenuto agli ospiti e ai tanti presenti in sala.

Fabio Rizzi

L’occasione – con domanda specifica posta in sede di dibattito dal presidente del consiglio di rappresentanza dei sindaci del lecchese Felice Baio - ha permesso di definire anche il futuro degli attuali distretti socio-sanitari dell’Asl. La legge regionale indica come “distretto” l’intera Asst quale delimitazione funzionale dell’Ats. Sul fronte gestionale invece il confronto presso il Manzoni è servito invece per chiarire l’importanza degli ambiti distrettuali. L’Ats dovrà infatti provvedere a disegnarli e gli stessi diventeranno fondamentali per la presa in carico e per definire i punti d’intesa tra presidi ospedalieri e territorio.
In ogni Ats – seppur Capelli non ne è parso così sicuro - si punta ad ottenere un numero di ambiti territoriali pari a quelli degli attuali distretti socio-sanitari che sono in regola con i requisiti fissati dalla normativa nazionale. Nel lecchese quello di Merate e quello di Lecco vanno oltre gli 80.000 abitanti ad eccezione del distretto di Bellano che sfrutta la “deroga” per le aree montane dove il limite minimo è fissato in 20.000 abitanti. E’ impensabile infatti immaginare ambiti distrettuali di 340.000 abitanti che coprono un territorio non certamente omogeneo come quello che va da Colico a Lomagna. Scontato pare un ambito territoriale meratese-casetese che potrebbe allargarsi anche a comuni dell’oggionese e raggiungere un bacino d’utenza di 150.000 abitanti: non a caso i comuni di questo ambito stanno mettendo a punto un modello di attivazione dei servizi integrati previsti dalla riforma lombarda da consegnare su tavolo del direttore generale dell’Ats 48 ore dopo il suo insediamento.

Angelo Capelli

Pochi minuti sono bastati invece a Rizzi – passando dal polo territoriale alla rete ospedaliera - per fornire garanzie circa il futuro del San Leopoldo Mandic di Merate e dell’Umberto I di Bellano: “non perderanno né ruoli né funzioni” ha affermato infatti esprimendo dunque, allo stesso tempi, perplessità sul destino delle all’alta specialità riferibile ad ospedali hub di secondo livello presenti al Manzoni. A precisa domanda di Ivano Donato (dipendente dell’Ao presentatosi nella sua veste di consigliere comunale di Lecco) relativamente a cosa ne sarà di cardiochirurgia, radiologia interventistica e neurochirurgia il presidente della commissione sanità ha fatto capire che il futuro di queste discipline sarà presso il San Gerardo di Monza. Per Lecco ha auspicato invece un maggior impegno relativamente al rapporto ospedale – territorio, lasciando chiaramente basito chi immaginava invece una “promozione” del presidio di via dell’Eremo.
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