Si tratta di un servizio che abbraccia le "tossicodipendenze" (SERT) delle varie specie: dall'alcool alla droga, dal gioco d'azzardo alle ludopatie in generale.
Oggi in provincia di Lecco ha numeri a tre zeri, segno non solo di un'utenza purtroppo diffusa ma anche di strutture che ci sono e che sono in grado di attrarre la domanda di chi ha bisogno e di fornirvi anche una risposta. Risposta che, nella maggior parte dei casi, è sul lungo periodo, frutto di cure, terapie, percorsi di recupero che portano la persona, nel migliore dei casi, a riacquistare il controllo di sé, l'amor proprio, e la capacità di autodeterminarsi senza farsi più trascinare in uno dei tanti tunnel.
Ma veniamo ai numeri che riguardano l'intera provincia, dunque il SERT di Merate, Bellano/Lecco e il servizio delle nuove dipendenze.
Sono state 1.118 le persone che hanno usufruito delle prestazioni erogate nel corso del 2014: 1029 residenti (183 donne e 846 uomini), di cui 775 casi già noti e 254 nuovi pazienti; 89 i non residenti.
L'età media si colloca attorno ai quarant'anni e le nuove utenze rappresentano il 24,7%.
Il 44,5% ha afferito alla sede lecchese, il 29,5% a quella meratese e il restante 26% al nuovo sportello.

L'utilizzo di determinate sostanze è legato in maniera molto stretta all'età.
Per i cannaboidi la richiesta di cure è molto alta in età giovanile, poi va scemando.
Per il tabagismo, avviene il contrario: più gli anni passano e più si chiede aiuto.
Per quanto riguarda invece l'eroina, il gioco d'azzardo e l'alcool il picco di dipendenza si ha tra i 40 e i 49 anni, fascia nella quale si colloca la maggior parte delle richieste di aiuto.
Nei cocainomani l'età si abbassa e la richiesta di aiuto è per i 35enni.

Il dr. Franco Riboldi
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Queste diversità nelle richieste di cura" ha spiegato il responsabile dr. Franco Riboldi
"sono dovute anche alle caratteristiche della sostanza. La cocaina è uno stimolante mentre l'alcool è un anestetizzante". Il 48% dei nuovi accessi arriva "con le sue gambe" mentre il 26% è inviato dall'autorità, il 16% dal canale sanitario (medico di base o specialista), il resto tramite altre fonti. Se l'accesso è volontario è da preferirsi in quanto, come si può intuire, il soggetto è già predisposto a tentare la strada della cura.

Come si evince dalla tabella, si nota un lieve calo di coloro che si sono presentati agli sportelli, segno che probabilmente anche la dipendenza è andata scemando.
Per quanto riguarda il tabagismo occorre ricordare che il servizio offerto anche dalla LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori) ha ridotto i numeri di coloro che si sono presentati al SERT dove comunque afferiscono soggetti con problematiche a livelli molto gravi. Numeri ridotti inoltre poichè la prestazione per l'ASL è divenuta a pagamento non essendo più inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
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La cura della dipendenza è già difficile" ha proseguito Riboldi
"se poi si creano delle barriere, come il servizio a pagamento, è chiaro che si assiste a una riduzione dell'afflusso di pazienti". I 1.118 utenti del 2014 hanno ricevuto 1.377 programmi di trattamento: spesso i percorsi si articolano in più soluzioni erogate al paziente.
Al Servizio Multidisciplinare Integrato (SMI) presente nel territorio ma gestito da un privato sono arrivate 265 persone (con calo del 22% rispetto all'anno precedente). Di questi 153 erano soggetti già noti, mentre 112 nuovi. L'età media è di 34 anni, con una prevalenza degli uomini.
Gli utenti inseriti nelle comunità terapeutiche sono stati complessivamente 229.
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