Scritto Lunedì 13 aprile 2015 alle 18:40
Fusioni di comuni: disinteresse totale dei cittadini di Osnago. Ma anche nel resto d’Italia nessuno ci pensa. Ci vorrà un’altra legge che obblighi a cancellare i comuni
Ventidue persone tra le quali Paolo Strina ed altri ex consiglieri comunali. E' in questo numero l'epitaffio del progetto di fusione tra i comuni di Lomagna, Osnago e Cernusco, che il "soldato" Paolo Brivio primo cittadino di Osnago ha portato avanti con tanta determinazione e che, ora che Cernusco si è sfilato, commemora con una tristezza a tratti straziante. Poveretto, non è riuscito nel compitino che il partito gli aveva affidato, spinto dal suo predecessore che impazza sui social network contro chi è contro, senza farsi persuaso che alla gente comune, quella che non ha mire politiche, la questione della fusione tra comuni non è nemmeno in fondo alla lista delle priorità. Non ci sta proprio. E del resto i dati di affluenza a Verderio e in Valletta lo dimostrano. Ma siccome in base alla legge lombarda il referendum per legittimare le scelte delle amministrazioni comunali non ha quorum si punta tutto sul disinteresse dei cittadini per portare a casa il risultato; prima che le fusioni diventino legge, giustappunto in osservanza al principio di sussidiarietà e di libera determinazione del popolo. Del resto quel che non era riuscito ancora a concretizzare il cavaliere del "Piano di Rinascita Democratica" lo ha fatto il suo avatar di (finta) sinistra: la responsabilità civile dei magistrati, l'abolizione delle province, la soppressione del Senato elettivo sostituito da una rappresentanza "di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori...".
Non vale dunque la pena esercitarsi nell'azione di contrasto alla bramosia che ha pervaso alcuni amministratori di centrosinistra di cancellare i propri paesi per dare vita a nuove realtà amministrative di grandi dimensioni. Naturalmente resta assolutamente necessario rafforzare le unioni tra comuni per associarne le funzioni. Però due cose le dobbiamo dire, la prima a un giovane collega, la seconda al sindaco di Osnago Brivio: 1) chi non sta né con il si e né con il no non dimostra indipendenza, ma soltanto incapacità di analisi e di fatto riduce la funzione informativa a puro megafono; 2) saranno anche le ferrovie a decidere se chiudere o no la stazione di Osnago ma perché fornire loro un ottimo pretesto (due stazioni in un paese di dodicimila abitanti) per farlo?
Chiosa finale: su quasi 8.050 comuni italiani nel 2014 il processo di fusione ne ha cancellati 57 per darne vita a 24 nuovi. Le regioni interessate a processi di fusione di comuni sono state: Emilia-Romagna (4), Friuli-Venezia Giulia (1), Lombardia (9), Marche (2), Toscana (7) e Veneto (1). Ma qui al Nord siamo proprio maestri nel farci del male pur di risparmiare qualcosa per metterlo poi a disposizione del "Paese" attraverso il fondo di solidarietà. Diciamolo: siamo autolesionisti. Se non peggio. . .!
Claudio Brambilla
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