
Don Girorgio De Capitani
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, nell'omelia pronunciata venerdì 29 agosto, presso il santuario della Madonna della Guardia, nell'anniversario dell'apparizione della Vergine, tra l'altro ha detto:
«Di fronte alla crudele persecuzione che tormenta e uccide tanti cristiani e altre minoranze religiose in Iraq, Nigeria, in diverse parti della Terra, allora la nostra coscienza deve ribellarsi. Dobbiamo a una voce gridare che sono crimini contro l'umanità. Dobbiamo gridare che se dalla comunità internazionale non si leva univoca, chiara, forte e insistente la condanna e la presa di distanza dalla inaccettabile vergogna, è un atto di viltà imperdonabile».
Di nuovo rimango allibito di fronte a queste affermazioni come se tutto ciò che sta succedendo in questi giorni in Iraq o altrove fosse opera anzitutto di un fondamentalismo violento e disumano di tipo religioso. Ma non è così.
Anche i nostri ciellini, con a capo Angelo Scola e company, e i fondamentalisti cristiani (in primis Antonio Socci) nei giorni scorsi hanno invocato un esplicito intervento di papa Francesco e hanno invitato ripetutamente le comunità cristiane a pregare perché Dio illumini… Chi?
Il tutto per salvare anzitutto la libertà religiosa? Si tratta in realtà di criminali, a cui non importa proprio nulla né di Allah né dei cristiani in quanto cristiani, ma che hanno in mente un piano ben orchestrato, che prende la espansionistici. Con tutti i mezzi a loro disponibili. della barbarie più atroce. Non sono d'accordo nel trovare sempre qualche ragione per giustificare questi fondamentalisti del crimine come se si ribellassero all'imperialismo occidentale.
Certo, è un dovere di giustizia cercare gli errori del passato commessi da una politica dissennata. Ma non è una buona ragione per battersi il petto, lasciando che nel frattempo dei criminali uccidano generazioni di innocenti. E non sono d'accordo nel tentare un dialogo con loro. Certo, bisogna reagire da parte dellOnu o di chi ha i mezzi per farlo. Ma non tanto per difendere i diritti dei cristiani perseguitati, quanto per salvaguardare la vita dei più deboli e degli innocenti in quanto esseri umani.
E la Chiesa non salga in cattedra per dare al mondo intero lezione di Umanità, anche se oggi non ricorre più all'Inquisizione o alle guerre di religione. Ma è fuori dubbio che in fatto di tolleranza religiosa la Chiesa deve fare ancora oggi un serio esame di coscienza, ponendosi alcune domande: che significa libertà religiosa? c'è forse solo la Chiesa cattolica? che dire dei diritti civili che essa non vuole riconoscere? è più importante la libertà religiosa o il rispetto per i valori semplicemente Umani? Di fronte a crimini come quelli perpetrati dal fondamentalismo islamico non possiamo tacere, ma non possiamo neppure tacere di fronte a crimini che riguardano la Coscienza dellessere umano.
È un gesto brutale tagliare la testa di un traditore, ma che cos'è violentare la libertà di coscienza, la libertà di pensiero, il dissenso verso una struttura che predica bene e poi razzola male, che alza la voce per difendere i diritti di una libertà religiosa che, a riflettere bene, non solo nel passato ma ancora oggi impone un dogmatico credo a culture forse più civili di noi?
© www.merateonline.it - Il primo network di informazione online della provincia di Lecco