
E' di oltre due milioni di euro l'ennesima imposizione che lo Stato centrale ha caricato sui comuni lecchesi, utilizzando l'edulcorata formula "contributo alla finanza pubblica", per un ammontare complessivo nazionale di 375,6 milioni di euro. Una sforbiciata calcolata utilizzando sostanzialmente tre voci: la spending review (quindi il risparmio da ricavare per la gestione di ciascun comune e da girare come contributo); l'acquisto di beni, forniture, servizi e l'affidamento di gare esclusivamente tramite piattaforme informatiche (Consip, Sintel, mercato elettronico) che comporta un incremento o una riduzione del contributo al comune e infine il rispetto o meno (con eventuale penalità) dei tempi medi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. La somma di queste tre voci dà il contributo complessivo a carico (si badi bene, e non a favore) del comune da girare allo Stato centrale.

Gli importi e i criteri, secondo quanto previsto dai commi 9 e 10 dell'articolo 47 del decreto legge n. 66 del 2014, sono stati approvati nella conferenza Stato-città ed autonomie locali nella seduta del 5 agosto.
Commi 8, 9 e 10 dell'articolo 47 del decreto legge n. 66 del 2014
8. I comuni, a valere sui risparmi connessi alle misure indicate alcomma 9, assicurano un contributo alla finanza pubblica pari a 375,6milioni di euro per l'anno 2014 e 563,4 milioni di euro per ciascunodegli anni dal 2015 al 2017. A tal fine, il fondo di solidarieta'comunale, come determinato ai sensi dell'articolo 1, comma 380-terdella legge 24 dicembre 2012, n. 228, e' ridotto di 375,6 milioni dieuro per l'anno 2014 e di 563,4 milioni di euro per ciascuno deglianni dal 2015 al 2017.
9. Gli importi delle riduzioni di spesa e le conseguenti riduzioni di cui al comma 8 per ciascun comune sono determinati con decreto del Ministro dell'interno da emanare entro il termine del 30 giugno, per l'anno 2014 e del 28 febbraio per gli anni successivi, sulla base dei seguenti criteri:
a) per quanto attiene agli interventi di cui all'articolo 8, relativi alla riduzione della spesa per beni e servizi, la riduzione e' operata nella misura complessiva di 360 milioni di euro per il 2014 e di 540 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, proporzionalmente alla spesa media, sostenuta nell'ultimo triennio, relativa ai codici SIOPE indicati nella tabella A allegata al presente decreto. Per gli enti che nell'ultimo anno hanno registrato tempi medi nei pagamenti relativi a transazioni commerciali superiori a 90 giorni, rispetto a quanto disposto dal decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, la riduzione di cui al periodo precedente e' incrementata del 5 per cento. Ai restanti enti la riduzione di cui al periodo precedente e' proporzionalmente ridotta in misura corrispondente al complessivo incremento di cui al periodo precedente. Per gli enti che nell'ultimo anno hanno fatto ricorso agli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di committenza regionale di riferimento costituite ai sensi dell'articolo 1, comma 455, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in misura inferiore al valore mediano, come risultante dalle certificazioni di cui alla presente lettera la riduzione di cui al primo periodo e' incrementata del 5 per cento. Ai restanti enti la riduzione di cui al periodo precedente e' proporzionalmente ridotta in misura corrispondente al complessivo incremento di cui al periodo precedente. A tal fine gli enti trasmettono al Ministero dell'interno secondo le modalita' indicate dallo stesso, entro il 31 maggio, per l'anno 2014, ed entro il 28 febbraio per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, una certificazione
sottoscritta dal rappresentante legale, dal responsabile finanziario e dall'organo di revisione economico-finanziaria, attestante il tempo medio dei pagamenti dell'anno precedente calcolato rapportando la somma delle differenze dei tempi di pagamento rispetto a quanto disposto dal decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, al numero dei pagamenti stessi. Nella medesima certificazione e', inoltre, indicato il valore degli acquisti di beni e servizi, relativi ai codici SIOPE indicati nell'allegata tabella B sostenuti nell'anno precedente, con separata evidenza degli acquisti sostenuti mediante ricorso agli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di committenza regionale di riferimento. In caso di mancata trasmissione della certificazione nei termini indicati si applica l'incremento del 10 per cento;
b) per quanto attiene agli interventi di cui all'articolo 15, relativi alla riduzione della spesa per autovetture di 1,6 milioni di euro, per l'anno 2014, e di 2,4 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, la riduzione e' operata in proporzione al numero di autovetture possedute da ciascun comune comunicato annualmente al Ministero dell'interno dal Dipartimento della Funzione Pubblica;
c) per quanto attiene agli interventi di cui all'articolo 14 relativi alla riduzione della spesa per incarichi di consulenza, studio e ricerca e per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, di 14 milioni di euro, per l'anno 2014 e di 21 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, la riduzione e' operata in proporzione alla spesa comunicata al Ministero dell'interno dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
10. Gli importi e i criteri di cui al comma 9 possono essere modificati per ciascun comune, a invarianza di riduzione complessiva, dalla Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali entro il 15 giugno, per l'anno 2014 ed entro il 31 gennaio, per gli anni successivi, sulla base dell'istruttoria condotta dall'ANCI e recepiti con decreto del Ministro dell'interno di cui al comma 9; con riferimento alle misure connesse all'articolo 8, le predette modifiche possono tener conto dei tempi medi di pagamento dei debiti e del ricorso agli acquisti centralizzati di ciascun ente. Decorso tale termine la riduzione opera in base ai criteri di cui al comma 9.
Insomma per l'ennesima volta, questa volta senza passare direttamente dai cittadini, ma aggirando l'ostacolo e chiedendo ai comuni un ulteriore sforzo (che a sua volta sarà ribaltato naturalmente sui contribuenti, con tagli di servizi, riduzioni o imposizioni) lo Stato alza le mani e si dichiara impotente, incapace di far fronte a una voragine che si allarga e sprofonda sempre più e che continui prelievi, diretti o indiretti, pare non riescano a arginare.
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