“Dovrebbe chiamarsi Plis della riviera del lago, non del monte di Brianza”. In questa affermazione dell’ex sindaco di Garlate Maria Tammi c’è tutta la disapprovazione per il Parco locale di interesse sovracomuale che è tornato in approvazione in consiglio nella mattinata di sabato 25 gennaio, dopo la “bocciatura” da parte della Provincia della precedente “versione” del documento che vedeva il comune di Dolzago separato dagli altri. La motivazione sta nella perimetrazione del Plis che vede da una parte - ad est del Monte di Brianza - un blocco coeso di comuni confinanti, mentre ad Ovest ha aderito solo Dolzago con una porzione di territorio che rimane di fatto separata dal resto.

Maria Tammi
Il progetto del parco è stato sposato da 7 comuni su 13 coinvolti, e in quelli che hanno espresso parere positivo – come Garlate appunto – non sono mancate minoranze contrarie al provvedimento.
“Il territorio così come è stato definito ora ha poco a che fare con il San Genesio, mancano tutti i comuni centrali e più importanti” ha spiegato l’ex sindaco garlatese.
“Non condividiamo il Plis, e non ne comprendiamo la necessità”. Il sindaco Giuseppe Conti ha ribadito che anche con l’esclusione di Dolzago restano valide le finalità del progetto, vale a dire la creazione di un “corridoio ecologico” tra il Parco del Curone e del Monte Barro.
“Il Plis è volto a tutelare il territorio, oltre offrire la possibilità di accesso a finanziamenti grazie alla sua sovracomunalità. Ci auguriamo che anche gli altri comuni esprimano un parere favorevole in merito”.
Cartina del Plis. La seconda convenzione esclude Dolzago
A Castello Brianza, Colle Brianza, Galbiate e Oggiono, alcuni dei comuni che non hanno aderito al Plis, si svolgeranno le elezioni amministrative la prossima primavera e la “composizione” del parco potrebbe così subire modifiche.
La minoranza di Garlate si è espressa in modo contrario.
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