Parere positivo del consiglio provinciale di Lecco sulla fusione dei comuni di Verderio Superiore e Inferiore: questo uno dei risultati della seduta di lunedì 29 ottobre. Un parere favorevole ma non vincolante, quello espresso in merito alla proposta sollevata dalle due giunte comunali e già accolta da Regione Lombardia, a cui il primo di dicembre seguirà la tappa forse più importante dell'iter di fusione: il referendum che vedrà i cittadini esprimere la loro opinione. La decisione dell'assise provinciale non sembrava scontata, soprattutto vista la forte opposizione della Lega e, in particolare, dall'assessore provinciale alla Cultura nonché consigliere di minoranza a Verderio Inferiore, Marco Benedetti.

Ma andiamo con ordine. Il primo a prendere la parola è stato Giovanni Pasquini, il quale ha sottolineato come
"già due volte nel 1993 e nel 2003, i cittadini di quei comuni si siano opposti alla fusione. Questa del referendum è stata una scelta effettuata esclusivamente dalle due giunte, senza una consultazione preventiva dei cittadini e delle minoranze. La fusione - ha proseguito Pasquini -
non garantirebbe risparmi economici, se non qualche gettone di presenza. Prima di parlare di fusione, a mio parere si dovrebbe utilizzare lo strumento dell'Unione dei comuni". L'esponente leghista ha quindi proseguito elencando le testimonianze storiche che, a suo dire, certificherebbero che si tratta di due comunità ben distinte e separate che
"neanche Mussolini è riuscito a riunire". Pronta è arrivata la risposta di Alessandro Pozzi (Sel):
"la soluzione dell'Unione paventata da Pasquini - ha spiegato -
si è dimostrata in questi ultimi anni un pasticcio amministrativo. Penso quindi - ha proseguito -
che la soluzione migliore, anche se molte volte dolorosa, sia la fusione". Per ribattere a Pasquini è intervenuto anche il consigliere Pd Ugo Panzeri, il quale ha evidenziato
"come nel 2003 la maggioranza complessiva dei cittadini dei due paesi abbia votato favorevolmente alla fusione. La legge - ha continuato -
prevede, però, che la fusione debba essere approvata a maggioranza in entrambi i comuni, cosa che non è avvenuta nella passata tornata".
La parola è quindi passata agli esponenti del Pdl, i quali hanno deciso di esprimersi per l'astensione, lasciando così la parola ai cittadini dei paesi interessati. Una scelta, questa, che ha portato a far prevalere la posizione delle minoranze, favorevoli alla fusione. Ci sono stati, infatti, 11 sì (Pd, Idv, Sel), 8 no (Lega e Udc) e 10 astenuti (Pdl - Fratelli d'Italia).
La palla passa, quindi, ai cittadini, che l'1 dicembre dovranno pronunciarsi tramite Referendum. Ultimo passaggio prima dell'eventuale fusione sarà, infine, la Regione, che dovrà prendere la decisione definitiva.
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