I comuni di Ballabio e Mandello hanno già preso posizione a sostegno dell'azienda speciale consortile. Il consiglio comunale di Cernusco Lombardone ha sottoscritto ieri sera un ordine del giorno invitando la conferenza dei comuni a prendere in esame la proposta del Comitato Acqua Pubblica. E secondo alcune indiscrezioni anche il sindaco di Osnago Paolo Strina sembrerebbe indirizzato ad approfondire la possibilità di intraprendere la strada di un'azienda speciale di diritto pubblico quale ente gestore del servizio idrico integrato in provincia di Lecco. Se altri sindaci decideranno di riaprire le porte al modello "azienda speciale" quella del prossimo 14 maggio potrebbe essere una conferenza Ato piena di sorprese.

Alcuni membri del Comitato Acqua Pubblica (da sinistra, seconda fila: Davide Agostoni del Movimento Consumatori,
Davide Ronzoni Arci Lecco, Antonio Rizzi. Prima fila: Giulia Salvadori, Tiziana Rinaldi, Germano Bosisio e Remo Valsecchi),
il vicesindaco di Cernusco Salvatore Krassowski e l'assessore all'ambiente di Ballabio Paolo Dell'Oro
Il Comitato Acqua Pubblica non si è infatti rassegnato all'esclusione del modello ente di diritto pubblico - non soltanto dal novero dei possibili modelli gestionali ma anche dall'incontro di approfondimento - varata come noto dall'assemblea lo scorso mese di dicembre, secondo il Comitato "senza che siano state date valide motivazioni" e nonostante il voto contrario di ben 18 sindaci, tra i quali, come si ricorderà, il sindaco di Merate Andrea Robbiani. E ha quindi deciso di passare al contrattacco redigendo con il contributo di alcuni esperti una dettagliata proposta di percorso che porterebbe dalle due società attualmente presenti, Idrolario e Idroservice (quest'ultima inserita nella Holding), alla creazione di un'unica azienda speciale consortile.
Se infatti la proposta di una newco partecipata direttamente dai comuni formulata dai comuni del meratese-casatese-oggionese è stata presa in considerazione "con interesse" da parte del Comitato come "meritevole di attenzione", tuttavia quest'ultimo non ha esitato a sottolinearne alcune criticità, prime fra tutti la complessità delle operazioni societarie previste (con i potenziali costi per la collettività) e la scelta di conferire le reti all'Ufficio d'Ambito Provinciale, "non fattibile" in quanto la proprietà demaniale per legge non potrebbe essere conferita a un ente che, per quanto pubblico, resterebbe comunque di diritto privato.
Ma a preoccupare maggiormente il Comitato Lecchese Acqua Pubblica e Beni Comuni è piuttosto l'ipotesi, più o meno formalizzata, che pare stia circolando soprattutto tra i comuni di area lecchese, vale a dire di procedere con l'affidamento a Idroservice inglobando Idrolario. Una proposta definita "inaccettabile" dal Comitato in quanto "in palese contrasto con l'esito referendario". "L'ipotesi Idroservice è per noi inaccettabile sostanzialmente per tre ragioni" spiega la referente del comitato Tiziana Rinaldi: "Innanzitutto perché Idroservice è inserita nella holding ed è quindi esposta al rischio che entrino i privati; in secondo luogo perché non è dotata di controllo analogo; e infine perché non possiede i requisiti necessari per l'affidamento in house e sarebbe pertanto esposta alla possibilità di ricorsi con il rischio che si torni alla gara facendo rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta".
Una presa di posizione quella lecchese che secondo il comitato sarebbe prettamente politica. Che tra le ragioni possa esserci una questione relativa alle quote di partecipazione nelle due società (che vedono un peso nettamente maggiore dei comuni lecchesi in LRH e viceversa il meratese più forte in Idrolario)? "Con l'affidamento a Idroservice e il peso differente esercitato dai comuni all'interno della società avremmo cittadini di serie A e cittadini di serie B" spiega Remo Valsecchi. "Per questo la strada è una sola: l'azienda speciale organizzata esattamente come una società di capitale ma con quote proporzionali al numero di abitanti di modo che tutti i cittadini siano uguali".
E in questo gioco politico ancora pieno di incognite il Comitato chiede che il sindaco di Lecco Virginio Brivio prenda una posizione chiara: "Il comune di Lecco si è espresso dichiarandosi favorevole a una società in house di primo livello che pertanto esclude l'ipotesi di un affidamento a Idroservice" spiegano i membri del Comitato. "Brivio quindi faccia chiarezza: ha intenzione di seguire le indicazioni del proprio gruppo di maggioranza o ha intenzione di andare per conto suo? Ricordiamo che soci delle società non sono i sindaci bensì i consigli comunali".
In ogni caso quello che il comitato chiede a gran voce è che "venga rispettato l'esito referendario, sottoscritto a parole da ben 37 sindaci del lecchese e poi disatteso nei fatti".
Di seguito il comunicato del Comitato Acqua Pubblica:
1. Il Comitato Lecchese Acqua Pubbica e Beni Comuni, in relazione alla imminente Conferenza dei Comuni dell’ATO di Lecco prevista il prossimo 14 maggio, nel corso della quale si dovrebbero assumere rilevanti decisioni circa l'affidamento del Servizio Idrico Integrato nella provincia di Lecco, ha preso atto con interesse della proposta formulata dai Comuni del Casatese e del Meratese, finalizzata alla costituzione di una newco partecipata direttamente dai Comuni (in house conforme alla normativa ed alla giurisprudenza comunitaria). Si tratta certamente di una proposta meritevole di attenzione: ciò nonostante, emergono alcuni elementi di criticità, quali, tra tutti, la complessità delle operazioni societarie previste (con i potenziali costi per la collettività) e la scelta, non fattibile, di conferire le reti all'Ufficio di Ambito Provinciale;
2. D'altra parte, parrebbe stia circolando, come gia’ anticipato da alcuni organi di stampa, una seconda proposta, perorata da alcune amministrazioni del circondario lecchese, favorevole ad un affidamento ad Idroservice, società controllata da LRH: tale soluzione è per il Comitato inaccettabile e sicuramente peggiorativa della proposta della newco, in quanto la gestione dell'acqua sarebbe ufficialmente consegnata a LRH, multiutility che gestisce luce e gas; il referendum del 2011 ha espresso, con chiarezza, che l'acqua deve essere sottratta alle logiche di mercato e di profitto e non può essere affidata ad una società di diritto privato che ha come chiaro scopo quello di fare utili a favore degli azionisti; tale proposta, inoltre, contrariamente a quella dei comuni del Casatese e Meratese, appare del tutto contraria alla giurisprudenza comunitaria ed alla relativa normativa di riferimento. Una siffata decisione, a titolo temporaneo o definitivo che sia, sarà immediatamente sottoposta ad organismi di controllo e verifica sia di merito che di diritto. Peraltro è opportuno ricordare come il Consiglio Comunale di Lecco, in data 28 gennaio 2013, abbia deliberato a stragrande maggioranza (19 favorevoli, 7 contrari, 4 astenuti) di affidare il servizio idrico integrato ad una società direttamente controllata dai Comuni, dunque certamente non a Idroservice. Ci piacerebbe capire, a questo punto, qual’e’ la posizione ufficiale del sindaco Virginio Brivio e se intende sconfessare il proprio Consiglio Comunale, ivi inclusa la Sua stessa maggioranza;
3. Proprio per le ragioni di cui sopra il Comitato ha ritenuto, ufficialmente, di presentare una propria proposta per l'affidamento del servizio idrico integrato ad una azienda speciale di diritto pubblico. Decisione che, oltre ad essere coerente con il risultato referendario, è sicuramente vantaggiosa in termini di trasparenza, partecipazione dei cittadini nonchè costi per la collettività (data la semplicità delle operazioni societarie da adottare per questo tipo di scenario);
4. Analogamente, la scelta di affidare ad una azienda speciale di diritto pubblico, ente strumentale dei Comuni, la gestione del servizio idrico, appare altresì pienamente idonea a tutelare la forza lavoro (e la relativa professionalità e competenze) attualmente impiegata presso Idrolario ed Idroservice. I dipendenti, infatti, da un lato manterrebbero i diritti acquisiti e le relative previsioni contrattuali: dall'altro lato opererebbero, tutti assieme, in un unico soggetto, pubblico, nell'interesse esclusivo dei cittadini allo scopo non già di contribuire a produrre utili, ma di erogare un servizio efficiente.
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