E' una fila discreta, fatta di persone dalle etnie "variegate", di età diverse e che per cause altrettanto diverse si trovano in difficoltà tali che il sacchetto di pane gratis distribuito a fine giornata per loro rappresenta davvero qualcosa di importante e vitale. Tanto vitale da sfidare gli sguardi della gente, la vergogna di essere anziano e italiano e trovarsi ad allungare la mano al di là del bancone per prendere senza dare nulla in cambio. Perché di soldi non ce ne sono.
L'iniziativa voluta dalla Caritas cinque anni fa e "sposata" da alcuni panifici, purtroppo, continua ad essere raccolta da numerosi soggetti che faticano non solo ad arrivare a fine mese ma addirittura a fine giornata.
Ad oggi sono cinque i panifici che hanno aderito all'appello: Tamandi di Viale Verdi e Via Manzoni, Galiberti di Via Manzoni, Il cubo di Via Manzoni e Albani di Piazza Prinetti.
Partita con una decina di tesserati l'iniziativa oggi, a giorni alterni, arriva a toccare anche punte di cinquanta persone.
Il funzionamento è molto semplice: la persona bisognosa e che chiede di poter beneficiare di un sacchetto di pane per sé e per la proprio famiglia, gratis, si rivolge allo sportello Caritas. Qui vengono fatti alcuni "controlli" sulla situazione economica del singolo o del nucleo famigliare e, in base alle risultanze, viene assegnata una tessera da esibire al negoziante a fine giornata. Le quantità di pane variano in base al numero dei componenti la famiglia.
Quando questa proposta era partita, come dicevamo, si parlava di una decina di persone che, poco prima dell'orario di chiusura, si recavano presso i panifici convenzionati a ritirare il sacchetto. Ora quel numero, specialmente nell'ultimo anno, è cresciuto a dismisura con una media giornaliera di 30-40 persone fino a punte anche di cinquanta. Si tratta di persone di mezza età che hanno perso il lavoro e che, con figli a carico, faticano davvero ad avere il sostentamento, di anziani la cui pensione non basta più a coprire le spese, di stranieri anche giovani che speravano di trovare nel Bel Paese un'oasi felice da cui ricominciare e che invece si trovano in grande difficoltà.
A questa iniziativa, ora, non è da escludere che ne venga affiancata qualche altra, come "Adotta una famiglia" già in essere in altri comuni, finalizzata a fornire un sostegno economico a interi nuclei. Perché la crisi di oggi non risparmia e non guarda in faccia davvero nessuno.
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