
Giacomino Ventrice
presidente della Pro Loco di Merate
Giacomino Ventrice è un ragazzo semplice. Semplice non vuol dire stupido, vuol dire trasparente. Significa anche cocciuto, tosterello, ma Giacomino Ventrice ha pure il dono dell'umiltà. E' capace di chiedere scusa anche a chi meriterebbe un ceffone o - fossimo al sud - un pernacchio. La sua encomiabile smania di fare qualche cosa di utile per i concittadini l'ha finalmente soddisfatta assumendo la carica di Presidente della Pro Loco. E' un piccolo ruolo, ma lui si sente in sella a un purosangue ed ogni galoppata è un Gran Premio. Quindi, amici vicini e lontani, tenetelo stretto e ascoltatelo. Le sue umane imperfezioni colmatele anziché divaricarle per metterci le vostre. La razza cui appartiene Giacomino è in via di estinzione e merita di essere protetta. La Pro Loco è il punto di riferimento di ogni manifestazione culturale o distrattiva che si tiene a Merate. Lo è anche se l'iniziativa madre è della pubblica amministrazione. Lo è anche se a muoversi, con idee e fantasia, è l'ottima associazione privatistica sorta - più che in seno - a latere dell'Ascom locale perché una mano non la si rifiuta mai e l'obiettivo squisitamente commerciale che si pone la Nostra Mela, che è quello di incrementare le vendite degli esercenti locali, assume toni e rilievi più elevati se va a braccetto con la cultura. Gli è però che, mentre quando la Pro Loco procede sul velluto della cultura tutto fila liscio, quando se si scende di un paio di rampe e si parla di beni commestibili o indossabili, di fiere, mostre e mostrine di mercato le cose si complicano perché entrano in giuoco interessi & simpatie. Prendiamo lo spunto dall' ancora fondente festa del cioccolato.

Chissà perché - e chissà dove sta scritto - ancora una volta sia piazza della Vittoria che una parte di Piazza Italia sono rimaste escluse dal carosello di aromi & consumi. Ufficialmente per problemi di viabilità. E'una balla grossa come una mongolfiera, prova provata di inettitudini radicate, tollerate e quel che è peggio giustificate. Infatti durante la due giorni della festa del cioccolato il traffico è stato talmente ben canalizzato che neppure le demoralizzate (sensazione mia) vigilesse poste a presidio di Piazza della Vittoria, quasi fossero addette alla vigilanza del monumento al milite ignoto, hanno potuto evitare un investimento. Ma che Giacomino Ventrice arrivi a sentirsi in dovere di mandare una lettera di scuse ai commercianti per una presunta, supposta e inesistente colpa di avere male prospettato il programma della Pro Loco per la festa del cioccolato al competente ufficio comunale della Polizia Locale che si sarebbe trovato con le mani legate, beh questo proprio no! Io - non Giacomino che aveva incluso tra le location anche Piazza della Vittoria - posso anche fare protocollare una lettera infarcita di errori e lacune, posso confondere i nomi delle vie, i sensi unici e i giorni di calendario, ma colui o coloro che hanno a disposizione 150 giorni retribuiti per leggerla deve saperla correggere, rimettere in ordine nomi e orari e attuarla nel migliore dei modi. Se non lo fanno è perché non sanno o non vogliono. E allora vadano a dirigere il traffico. Rifiuto di pensare - come alcune linguacce sibilano - che i commercianti e gli spazi di Piazza della Vittoria vengano sistematicamente tagliati fuori perché la maggior parte di essi non aderisce alla Nostra Mela. Fosse così vorrebbe dire che dentro Palazzo la Mela ha trovato il suo vermicello che a lungo andare la renderà meno appetibile. Pensaci Giacomino e anziché chiedere scusa per torti che non hai, incazzati e fatti rispettare.
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