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Scritto Venerdì 15 febbraio 2013 alle 15:50

Como: operazione ''China Open & Close". Maxi frode fiscale

COMO. GUARDIA DI FINANZA. OPERAZIONE “CHINA OPEN & CLOSE”: CONFEZIONAVANO CALZATURE PER TOMAIE DI ALTA MODA, SCOPERTA UN’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CON MAXI FRODE FISCALE. SEQUESTRATI BENI PER OLTRE 700.000 EURO.

La Compagnia della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco, a seguito dell’approfondimento investigativo di una segnalazione di operazioni sospette di riciclaggio, ha condotto, con la collaborazione anche delle Polizie Locali del territorio, un’attività di intelligence con l’analisi di rischio del tessuto produttivo e dell’affermazione economica e dell’interazione del familismo imprenditoriale da parte degli immigrati di origine cinese.
L’operazione, che ha visto impegnati i militari delle Fiamme Gialle per quasi 8 mesi nel territorio della bassa comasca, ha interessato 5 ditte individuali operanti tra le province di Como, Milano e Varese, nel settore della produzione, confezionamento e vendita di calzature di alta moda.
Gli sviluppi investigativi hanno permesso di scoprire un sodalizio, a gestione familiare, finalizzato a commettere più delitti di frode fiscale e violazioni alle norme sul lavoro e sull’immigrazione clandestina, consentendo di:
- denunciare all’A.G. sei cittadini di nazionalità cinese, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale per i reati tributari di dichiarazione fraudolenta, infedele ed omessa dichiarazione nonché per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina;
- accertare 9 milioni di euro di elementi positivi di reddito e di IRAP sottratti a tassazione e 500.000 euro di IVA evasa;
- ottenere l’emissione da parte dell’A.G. di un provvedimento di sequestro sui beni degli indagati per un importo di 4,5 milioni di euro e sottoporre a sequestro preventivo tutte le possidenze patrimoniali illecitamente accumulate, tra cui una villa di pregio, un appartamento con annesso box, due SUV, altre due autovetture di grossa cilindrata, rapporti bancari e prodotti assicurativi per un valore superiore a
700.000 euro. L’esecuzione del provvedimento e il minuzioso ed attento impianto accusatorio formulato ha già retto di fronte ad una istanza di riesame prontamente presentata dalla difesa degli indagati ed è stato dunque confermato nella totalità dal Giudice del riesame.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il sodalizio, attraverso un sistema di frode consistente nell’apertura e nella chiusura nel breve periodo della partita IVA (da qui il nome dell’operazione), continuando tuttavia l’attività produttiva nella medesima sede, riusciva ad eludere i controlli e ad ostacolare l’accertamento.
L'impiego di manodopera irregolare e clandestina completava una gestione imprenditoriale particolarmente lesiva degli interessi tributari e che produceva distorsione nel mercato artigianale di settore.
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