
Irio Tiezzi, Giuseppe Munaò, Elisabetta Manganini, Fabio Vigorelli
A un anno dall'amarissima sconfitta elettorale al fotofinish il PDL di Lomagna ha convocato un incontro pubblico presso l'auditorium di Via Roma nella serata di martedì. Fabio Vigorelli, Giuseppe Munaò, Elisabetta Manganini e Irio Tiezzi, davanti a una trentina di cittadini lomagnesi, hanno fatto il punto sul primo anno di ammnistrazione della lista Impegno Civico. Il volantino della serata recita: "
Cosa ne è stato delle tre 'C' - Coinvolgere, Confrontarsi e Condividere - che Impegno Civico ha utilizzato in campagna eletorale?" I rilievi fatti dai militanti di Progetto Lomagna hanno riguardato l'adozione del piano di lottizzazione di Piazza Cavour e la relativa rinuncia del comune ad un edificio di 600 metri cubi; la vendita di parcheggi sotterranei perchè definiti ingestibili e la sorprendente approvazione di un nuovo progetto di parcheggi sotterranei nell'area ex-Fossati; la ristrutturazione della "Villetta", con le relative perplessità sull'applicazione delle "regole". Ma i due temi maggiormente trattati sono stati "l'oblio dell'attuale amministrazione sull'area Jucker" e "l'apertura del Centro Diurno Integrato". Anche in ragione della presenza in auditorium dell'Ing.Tabone - progettista incaricato dalla proprietà Jucker della riqualificazione e della vendita dei capannoni - l'incontro si è sviluppato a partire dalla questione amianto: "
Abbiamo 29.000 metri quadrati di eternit da far fuori, - ha spiegato il Tabone -
Eravamo già pronti a cominciare la bonifica ma l'Asl ha voluto fare nuove analisi. Sono loro che comandano. Abbiamo appena finito i nuovi rilievi. Siamo in attesa dei risultati delle analisi. Poi potremo cominciare a smontare i tetti. Vedremo. Da parte dell'amministrazione c'è il silenzio più completo. Un muro di gomma. Abbiamo proposto di riqualificare l'area con la costruzione di un villaggio ecologico con case basse, a due piani, autonome dal punto di vista energetico, ma sembra che l'amministrazione comunale sia più orientata a convertire l'area in un polo logistico. Le conseguenze? Migliaia di camion in transito da e verso Lomagna." Dal pubblico è stato fatto notare che nel PGT appena approvato l'area è stata riconfermata "ad uso industriale" e che quindi non sarebbe sensato fare altre ipotesi di destinazione. "
La legge regionale prevede delle modifiche - ha ribattuto l'ing.Tabone -
per quelle aree industriali adiacenti a zone residenziali. Esiste anche l'ipotesi di un progetto artigianale misto, ma anche lì, bisogna vedere se ha senso realizzarlo qui a Lomagna, anche perchè avrebbe un costo di circa 20.000.000€. E chi li mette. Il pubblico? Non credo." Giuseppe Munaò ha quindi precisato che la presente amministrazione ha dichiarato di volersi prendere una "pausa di riflessione" sulla destinazione d'uso dell'area. "
Non è una cosa che si risolverà domani. Ma intanto non è affatto certo che la destineranno a uso industriale". "Già al precedente sindaco - ha spiegato Fabio Vigorelli, capogruppo in consiglio -
avevamo proposto una 'tregua politica' per risolvere la questione Jucker, con gli enormi problemi di sicurezza e viabilità che si porta dietro. Lo abbiamo fatto per il paese. Ma da questa nuova amministrazione non abbiamo avuto nessuna notizia in proposito. Stasera rilanciamo la proposta. Cosa vogliono fare? Noi siamo a disposizione. Aldilà delle chiacchiere noi abbiamo portato in consiglio comunale la questione, e l'ammnistrazione Fumagalli ci ha risposto ufficialmente di non avere ancora deciso niente perchè la proprietà stessa non aveva ancora le idee chiare. Questo è tutto nei verbali di consiglio. E invece adesso veniamo a sapere che le proposte ci sono state, c'è qui l'ing.Tabone a dirlo. Noi vogliamo capire come stanno veramente le cose, per noi e per il paese." La questione dei capannoni 'lasciati nel limbo' è pesante anche per la cittadinanza, per il degrado che consegue sempre all'abbandono di aree industriali: writers, spacciatori, zingari, siringhe, bottiglie. E sono della scorsa settimana alcuni arresti di persone nei capannoni da parte dei carabinieri. "
La congiuntura economica è quella che è" ha proseguito Tabone- "
La Fiat chiude capannoni e noi vogliamo aprirne uno da 29.000 metri quadrati a Lomagna? 'Per dar lavoro ai cittadini' dice l'amministrazione. Va bene. Ma per produrre cosa? Chi è che viene qui a fare un investimento del genere oggi? L'unica pretesa espressa dalla proprietà che rappresento è quella di realizzare dalla vendita la cifra che aveva pagato per l'acquisto dei capannoni. Nè più nè meno. Lasciando in perdita tutti gli interventi fatti negli anni. Zero speculazioni edilizie."
Numerose le critiche di Progetto Lomagna anche in merito al Centro Diurno Integrato: "
Non siamo contro l'opera in sè" ha spiegato Munaò. "
E' il come è stata realizzata. Ad oggi ci sono 5 utenti, di cui solo tre lomagnesi, contro i ventinove previsti dalla presente amministrazione. Il problema è che non è una struttura alla portata di tutti. Un lomagnese che va lì deve sborsare 22€ al giorno, e se non ha figli o nipoti o parenti che lo aiutano addio. Fate voi i conti: 22€ per venti giorni lavorativi, mettiamo che uno prende 520€ di pensione... poi la sera torna a casa, ci sono le bollette, si deve mangiare e così via. Fatta così è una cattedrale nel deserto. Perchè non è stata messa in mano a Retesalute? La risposta è semplice. Non l'hanno voluta perchè costa troppo. In Italia succede spesso di mandare avanti le strutture anche in perdita. Noi non la pensiamo così. Non possiamo sconvolgere il bilancio per questo. Non nuotiamo nell'oro. Da cinque anni a questa parte vediamo spese allegre. E la struttura non è ancora stata accreditata, quando invece era stato annunciato - anche dal precedente sindaco Castelli - che l'accredito era ormai da considerarsi cosa fatta. I lomagnesi hanno già pagato 2.000.000€ secchi per questo CDI. Andava chiesta la collaborazione degli altri comuni. La nostra idea è che dobbiamo liberarcene al più presto." Bruno Mornati, membro della consulta servizi sociali, presente in auditorium, ha chiesto la parola: "
Non vorremmo che questa struttura facesse la fine del nido, che è stato tanto voluto e alla fine è stato chiuso perchè non c'era utenza." "
Mia madre è un'utente del CDI - è intervenuto un lomagnese tra il pubblico -
e non siamo assolutamente soddisfatti. Prima cosa gli orari. Dalle 09:30 alle 16:30. Troppo poco. A Ronco li tengono dalle 08:00 alle 19:00. E alle 22€ giornaliere vanno aggiunte le medicine, i pannoloni e tutto il resto. Siamo in difficoltà".
"
Castelli aveva mille difetti - ha concluso Fabio Vigorelli -
ma considerando la presente amministrazione devo rivalutarlo. Nell'ultimo consiglio ho chiesto al sindaco se c'erano in corso trattative con altri comuni, come era stato precedentemente detto ad esempio riguardo al comune di Montevecchia. Mi è stato risposto semplicemente di no."
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