Dal problema più comune delle vene varicose alle ostruzioni delle arterie, fino ai rischiosi aneurismi addominali e agli emboli da risolvere in urgenza. La chirurgia vascolare dell'ospedale di Merate, effettuata presso la Struttura complessa di Chirurgia generale diretta dal dottor Pierluigi Carzaniga, è affidata alle mani del dottor Paolo Pignoli per quanto riguarda l'aspetto "operativo" e al dottor Mario Baragetti in ambito diagnostico. Attraverso l'utilizzo dell'ecodoppler è possibile verificare lo stato del flusso sanguigno all'interno dei vasi e la situazione delle loro pareti. Sono 120 i pazienti che ogni anno vengono operati a Merate per risolvere il problema delle vene varicose degli arti inferiori, una patologia che deriva da una debolezza costituzionale (predisposizione ereditaria) della loro parete. Sono varie le tecniche che vengono utilizzate per risolvere il problema delle vene che si presentano rigonfie, tortuose, inestetiche e che predispongono al gonfiore delle gambe ed alla insorgenza di ulcere.

Il dottor Paolo Pignoli
"Il ricovero è di una notte e alcuni pazienti escono dall'ospedale il giorno stesso dell'intervento, che si esegue in anestesia locale o loco - regionale, o il giorno dopo" ha spiegato il dottor Pignoli.
"Spesso si esegue il cosiddetto ‘stripping' della grande safena, cioè la vena che corre lungo la parte interna della coscia viene strappata attraverso due piccole incisioni all'inguine e sotto il ginocchio. Le varici possono inoltre essere sottoposto ad un trattamento sclerosante ecoguidato, vengono cioè messe fuori uso attraverso l'iniezione di un liquido apposito con l'utilizzo di un ecografo che consente di intervenire in modo preciso". Presso l'ospedale di Merate è inoltre possibile, dal 2006, effettuare la flebosclerosi mediante laser, atrofizzando il vaso sanguigno malato con l'utilizzo di un apposito strumento adatto solo in particolari casi. Il problema delle vene varicose può non risolversi con un solo intervento.

Il dottor Mario Baragetti
"Nel 5-10% dei casi si formano delle vene recidive ed è necessario intervenire nuovamente" ha spiegato il dottor Pignoli.
"Non è detto che chi ha in famiglia casi di vene varicose le sviluppi, ma la predisposizione genetica gioca un ruolo importante".

Oltre alla chirurgia venosa di elezione al Mandic si effettuano interventi di chirurgia arteriosa.
"Operiamo gli aneurismi dell'aorta addominale che superano 5 cm di diametro, che presentano un rischio di rottura elevato. Questa patologia è asintomatica per il paziente e capita che un aneurisma addominale venga scoperto durante un ecografia, o che si rompa e dia problemi ben più gravi". L'aneurisma è un dilatazione dell'aorta addominale, che normalmente misura 1,5 cm di diametro, che può andare incontro ad una rottura spesso mortale. Quando il problema viene individuato si interviene inserendo una particolare protesi, simile a un tubicino in plastica, nel tratto di aorta dilatata. L'arteria viene clampata al di sopra e al di sotto dell'aneurisma, che viene aperto e viene inserita la protesi in cui scorrerà il sangue eliminando il rischio di rottura.
"Anche per gli aneurismi e le arteriopatie croniche conta la predisposizione genetica" ha spiegato il dottor Pignoli. L'aneurisma addominale può essere in casi particolari operato introducendo la protesi all'interno dell'arteria attraverso un'incisione inguinale, senza aprire l'addome, posizionandola all'altezza dell'aneurisma. Questo tipo di intervento si esegue a Lecco, preso il reparto di Chirurgia vascolare diretto dal dottor Giovanni Lorenzi. Danno invece sintomi (dolore e problematiche legate all' interruzione di flusso sanguigno agli arti inferiori) le arteriopatie obliteranti periferiche croniche degli arti inferiori, che vengono trattate anche a Merate chirurgicamente.
"In questi casi il flusso sanguigno è compromesso da un restringimento del lume arterioso causato da predisposizione genetica e da fattori come fumo e colesterolo al di sopra dei livelli di guardia" ha spiegato il dottor Pignoli.
"Con l'angiografia si valuta la situazione iniettando un mezzo di contrasto e si può intervenire con un'angioplastica, introducendo cioè nell'arteria una sorta di ‘palloncino' che ripristina il normale flusso sanguigno. A Merate le angiografie e le angioplastiche vengono eseguite con la collaborazione dal radiologo interventista dottor Giuseppe Taddei, direttore del Dipartimento Immagini del Manzoni di Lecco". In altri pazienti si effettua un by-pass periferico dell'arteria utilizzando un tubicino o la vena safena, che viene estratta e collegata all'arteria dopo averne invertito l'orientamento all'esterno del corpo.
"Si tratta di interventi delicati da eseguirsi in pazienti selezionati. Aneurismi e cardiopatie possono dare origine a pericolosi emboli, ostruzioni improvvise delle arterie che possono compromettere seriamente la perfusione degli arti, di vari organi e la vita stessa del paziente. In questi casi bisogna agire d'urgenza, individuarli ed estrarli attraverso un catetere". Il dottor Paolo Pignoli opera presso l'ospedale di Merate dal 1986, quando scelse di continuare la propria carriera in Brianza rinunciando ad un posto di assistente di ruolo presso il Policlinico di Milano.
"La mia esperienza è iniziata a Milano lavorando con il professor Edmondo Malan, padre della chirurgia vascolare italiana, e il professor Rodolfo Paoletti scienziato di fama mondiale nel campo dell'arterosclerosi" ha spiegato il dottor Pignoli. Nel 1986 il gruppo italiano pubblicò uno studio di validazione dell'ecografia per la misura dello spessore della parete arteriosa (IMT) sulla rivista americana "Circulation" che a tutt'ora resta uno degli articoli italiani di medicina più citati al mondo.
"Nell'86 mi sono trasferito nel meratese e ho iniziato la mia esperienza al Mandic come dirigente medico. Ho trovato fin da subito un ottimo ambiente e ho iniziato ad occuparmi di chirurgia generale e vascolare. Nell'89 a Sondalo e nel 2001 a Lecco ho svolto stages di perfezionamento in reparti specialistici di chirurgia vascolare". Il dottor Pignoli è stato direttore della struttura semplice di chirurgia vascolare di Merate dal 2002 al 2006, quando gli è stato riconosciuto l'incarico di alta specializzazione chirurgica flebologica. Da quando ha iniziato il suo percorso molti aspetti della chirurgia vascolare sono cambiati.
"Solo una decina di anni fa era impensabile eseguire certi interventi in per via endovascolare; grazie all'introduzione dell'ecocolordoppler a ultrasuoni la diagnostica ha fatto passi da gigante". Il dottor Pignoli è stato tra i protagonisti, nel 2008, di un intervento chirurgico di straordinaria complessità che ha salvato la gamba (e la vita) di un operaio della Fomas vittima di un grave incidente sul lavoro. Oggi il suo impegno è anche al di fuori dell'ospedale, attraverso l'attività dell'Associazione Prevenzione Vascolare onlus di cui è responsabile scientifico.
"Attraverso un contributo spese è possibile effettuare una valutazione indolore non invasiva delle arterie carotidi del collo, del calibro dell'aorta addominale per escludere la presenza di aneurismi e una misurazione della pressione arteriosa alla caviglia e al braccio per escludere malattie vascolari" ha spiegato.
"Consiglio di sottoporsi ad uno screening vascolare i soggetti oltre i 45 anni che presentano uno o più fattori di rischio (fumo, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, familiarità dei disturbi, soprappeso, vita sedentaria). Il test dura circa 20 minuti e consente di diagnosticare precocemente patologie che possono così essere curate evitando che progrediscano". Per informazioni e fissare un appuntamento è sufficiente chiamare il 334-3577321, (dalle 10.00 alle 19.00 dal lunedì al venerdì) . Il dottor Pignoli è tra i medici specialisti che effettuano l'esame attraverso un ecocolordoppler a ultrasuoni di ultima generazione.
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