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Scritto Sabato 11 febbraio 2012 alle 18:18

Garlate: il Museo della Seta in degrado, al via il ripristino. Obiettivo riapertura nel '13

L'entrata del museo

Riaprire al pubblico una parte del Civico Museo della Seta Abegg entro l'autunno 2013, per restituire al paese un patrimonio storico e culturale di grande valore e illustrare attraverso un nuovo allestimento interno, il restauro di macchinari che ritorneranno funzionanti e supporti audiovisivi la lavorazione della seta di un tempo e il futuro di questo materiale in ambito tessile e biomedico.

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Questo l'obiettivo dell'amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Conti di Garlate, che dalla sua elezione nel maggio 2011 sta lavorando per "rimediare" ad anni di interventi (1,2 milioni di euro l'importo dei lavori) bloccati perché mancanti di perizie statiche e certificazioni di sicurezza, e che hanno portato alla situazione attuale della struttura: infiltrazioni d'acqua dal tetto, pavimenti e muri danneggiati, materiali e parti di macchinari accatastati e rovinati dall'incuria e dall'esposizione agli agenti atmosferici. Per far "rivivere" il museo della seta la strategia adottata dall'amministrazione è la seguente: agire per piccoli passi con un obiettivo finale, riallacciare i rapporti con gli enti (Regione, Provincia, Parco Adda Nord) che possono contribuire alla realizzazione del progetto e  avvalersi di un "Comitato scientifico" di grande competenza che seguirà ogni fase dei lavori, a partire dalla prima riunione indetta per il 3 marzo prossimo.

Da sinistra il sindaco Giuseppe Conti, Flavio Crippa e Pasquale Redaelli

Il primo cittadino sarà a capo del gruppo composto da Salvatore Sutera (direttore per anni del Museo della scienza e della tecnologia di Milano), Luigi Fontana (direttore del Dipartimento di Storia all'Università di Padova), Silvio Faragò (direttore della Stazione sperimentale della seta di Milano), Aldo Castellano (Dipartimento di Architettura al Politecnico di Milano) Flavio Crippa (esperto in architettura industriale e tecnologia ambientale) e l'appassionato di storia locale Pasquale Redaelli.

Ciò che resta del giardino di gelsi e una delle due sale che sarà ripristinata

"Il fatto di essere rientrati nel Sistema museale della Provincia di Lecco ci dà accesso a finanziamenti altrimenti impossibile per un comune così piccolo" ha spiegato il dottor Crippa. "La Regione ha inoltre concesso la proroga di due finanziamenti scaduti a gennaio 2011. Prima di approntare il nuovo allestimento interno sarà necessario risolvere i problemi di infiltrazioni e staticità della struttura, per poi riportare due locali del museo alla situazione esistente fino agli anni Cinquanta, con macchinari funzionanti per la trattura della seta. A questo si aggiungeranno esposizioni e strumenti audiovisivi per presentare le prospettive future di questo materiale. In campo biomedico, nella cura di malattie gravi essendo totalmente biocompatibile, e nel tessile grazie alla sua resistenza tra le più alte in natura".

La condizione di pavimenti e muri

A questo si aggiungerà, in una seconda fase, un laboratorio dedicato alla bachicoltura con un allevamento attivo tutto l'anno, al posto del vecchio laboratorio in cui sono stati investiti oltre 100.000 euro e giace ora abbandonato. "L'idea è quella di rendere il tutto accessibile a tutti, con spiegazioni semplici e torcitoi funzionanti" ha spiegato Crippa. "Due terzi del materiale del museo non è stato mai esposto e alcuni macchinari sono stati demoliti fra il 2006 e il 2007. Dovremo valutare quanto del materiale abbandonato potrà essere recuperato. Molti interventi sono stati eseguiti senza le dovute cure, ad esempio l'antico selciato del cortile interno è andato distrutto, una parte della struttura è stata ceduta al Parco Adda Nord (ma le trattative in corso con l'amministrazione fanno ben sperare per un suo futuro utilizzo), ma molto c'è ancora da fare".

 

Il vecchio tessitoio di 8 metri

Il salone dell'incanatoio, dove la seta veniva avvolta su rocchette

All'interno del museo umidità e muri scrostati la fanno da padrona, alcuni macchinari giacciono "impacchettati" in attesa di tornare ad essere ammirati (uno del 1800 alto 8 metri per la filatura sarà rimesso in funzione), ammassi di parti metalliche e in legno, bachi danneggiati e attrezzi sono stati accatastati e danneggiati.

I materiali accatastati

La "trafila" del Civico Museo della Seta garlatese, chiuso al pubblico dal 2004 per un progetto di ristrutturazione che ha portato con sé denunce, esposti, ricorsi e danni alla struttura e al suo prezioso contenuto, sembra essere giunta ad una svolta in "positivo" per riportarlo al suo antico splendore.
R.R.
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