
Una delle nuove sale operatorie
"Negli ultimi 10 anni abbiamo fatto investimenti superiori a quelli realizzati complessivamente nel resto d'Italia. Grazie a una programmazione molto attenta abbiamo fatto oltre 650 interventi su tutta la rete ospedaliera regionale”. Questo quanto affermato dal presidente della Regione Roberto Formigoni consegnando a Merate il nuovo blocco operatorio al sesto piano del padiglione C del Mandic, definito come una struttura d’eccellenza per il sistema sanitario lombardo.
Ecco, in tal proposito, qualche numero. Nel corso del 2010, 12.357 sono stati i ricoveri effettuati, di cui 10.800 in regime di degenza ordinaria e il resto in day hospital. Le giornate di degenza complessive sono state 74.971. Ben 4.544, invece gli interventi chirurgici eseguiti: 1.171 di chirurgia generale, 349 di chirurgia pediatrica, 789 di oculistica, 923 di ortopedia, 1.312 di ginecologia, 392 di otorinolaringoiatria. 1.141, poi, gli interventi di chirurgia ambulatoriale. Con il trasferimento presso il nuovo blocco operatorio, le sale disponibile passano da 5 a 6. Tra le “punte di diamante” della struttura, svettano la piattaforma tecnologica integrata destinata esclusivamente alla chirurgia laparoscopia e le apparecchiature per l'endoscopia con nuovissime colonne endoscopiche, videogastroscopi e video colonscopi.
Il blocco operatorio potrà essere collegato a strutture esterne mediante la trasmissione in diretta audio e video degli interventi: questo permetterà di implementare la messa in rete dell'azienda di Merate con gli
altri ospedali italiani e stranieri e con le aule universitarie. Si apriranno, dunque, nuovi spazi di collaborazione e studio, ampliando il raggio d'azione e le dimensioni dell'attività dell'ospedale.
"Tutto è interdipendente” ha spiegato l’assessore Luciano Bresciani.
“In Lombardia vogliamo fare un rete di funzioni ad alta, media e bassa complessità di cura. Si tratta di tre strati di rete orizzontale in cui tutti sono attori, corresponsabili e interdipendenti. Questo è il futuro che noi promettiamo anche con le prossime nuove regole della sanità lombarda. La multidisciplinarietà è un elemento fondamentale perché oggi ci troviamo, soprattutto nell'ambito della cronicità, a spendere il 70 per cento delle risorse sul territorio per gli ultimi 10 anni di vita. La vita si allunga e si sta meglio, ma alla fine si salda il conto con più patologie contemporanee: di conseguenza quello tra medici e paziente si configura come un rapporto di squadra e multidisciplinare".
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