Scritto Giovedì 10 novembre 2011 alle 19:10
Lecco: salute mentale, abitare in contesti naturali migliora la buona relazione e l’autonomia
Oltre 230 medici e operatori sanitari hanno preso parte al convegno dal titolo “L’abitare dedicato in contesti naturali: i programmi di residenzialità leggera”, organizzato per l’intera giornata di oggi, giovedì 10 novembre, dall’azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco ed aperto a tutti Dipartimenti di Salute Mentale della Lombardia. A quasi dieci anni dall’avvio dei progetti di residenzialità leggera in Regione Lombardia, il convegno odierno rappresenta un importante momento di confronto tra le varie esperienze maturate ed ha come principale obiettivo quello di scambiare reciproche valutazioni sugli aspetti istituzionali, sociali, gestionali e clinico riabilitativi che caratterizzano questo tipo d’intervento e sulle varie criticità emerse durante l’attuazione di questi programmi, riservando infine una particolare attenzione alla capacità di attivare, sviluppare e mantenere sinergie tra i vari attori chiamati a favorirne la realizzazione: istituzioni, privato sociale, associazioni e contesto di prossimità sociale.
Durante la prima parte del convegno, iniziato intorno alla ore 9, sono state presentate relazioni riguardanti la revisione della letteratura internazionale e gli aspetti principali che caratterizzano i programmi di residenzialità leggera, mentre la seconda parte dei lavori è stata dedicata alle tavole rotonde, durante le quali c’è stato uno scambio sulle esperienze in corso nel territorio regionale.
“I programmi di residenzialità leggera – spiega Fulgenzio Rossi, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Lecco - si attuano all’interno di una rete di abitazioni collocate nel contesto sociale naturale. Accolgono quei soggetti che, dopo un percorso riabilitativo, hanno recuperato una buona competenza relazionale e un grado di autonomia tali da consentire un recupero sociale, abitativo e lavorativo”.
Nella provincia di Lecco sono attualmente 30 le persone che usufruiscono di questi programmi e trovano accoglienza presso appartamenti diffusi sul territorio, nei comuni di Calolziocorte, Lecco, Olginate, Cernusco Lombardone, Casatenovo e Cesana. Su questo fronte forte è la collaborazione fra Azienda Ospedaliera, ASL, associazionismo e amministrazioni comunali.
“Ogni appartamento – ha continuato Fulgenzio Rossi - è autogestito dai pazienti con il sostegno di una équipe di operatori formata da educatori, infermieri, psicologi e assistenti sociali che garantiscono una costante presenza e supervisione sul buon andamento della convivenza e favoriscono l’integrazione con il contesto sociale del luogo di residenza. Gli esiti dell’esperienza in atto sono incoraggianti rispetto alla possibilità concreta di offrire un pieno recupero a quei soggetti che fino a pochi anni orsono avrebbero avuto come destino o l’inserimento a vita in strutture residenziali psichiatriche o una gravosa permanenza in famiglia”.
R.V.
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