fonte: relazioni trimestrali di ENI spa
I due grafici (fonte: trimestrali economiche finanziarie di ENI), con l'andamento dei profitti trimestrali di ENI, il principale importatore di gas, anche per gli altri importatori la situazione è simile pur con valori diversi solo perchè la quantità importata è inferiore.
Perché i margini operativi lordi, cioè i profitti al lordo delle imposte, che pure pesano sulle bollette degli utenti, cominciano ad aumentare dal 3° trimestre 2021, quando della guerra e delle sanzioni nemmeno c'era l'ipotesi, per triplicarsi nei successivi, rispetto ai primi due trimestri del 2021?
Poiché la struttura operativa di ENI, cioè i costi generali non si sono modificati in modo sostanziale, i profitti sono solo la conseguenza della differenza dei prezzi di acquisto, sostanzialmente invariati o con aumenti contenuti per effetto dell'aumento del costo del petrolio, parametro utilizzato per l'indicizzazione dei prezzi del gas all'importazione, e i prezzi di vendita, quelli fissati dalla speculazione nei mercati finanziari.
Attualmente gli importatori principali stanno addebitando agli utenti un prezzo che è 9, 10 volte quello che pagano. Non facciamoci prendere in giro, se gli importatori pagassero il prezzo fissato dai mercati finanziari, quelli che ogni giorno i media diffondono, ENI non avrebbe realizzato quei profitti, si sarebbero ridotti anche al di sotto di quelli realizzati nei primi due trimestri del 2021.
Il secondo grafico, nello stesso modo, indica i profitti del 2021 comparati con quelli del 1° semestre 2022 che evidenzia la quasi parità pur essendo, il 2022, un semestre, ed il 2021, un anno intero.
Che cosa è successo? Sono le sanzioni o le speculazioni interne all'Italia e all'Europa?
Sono sicuramente le seconde, e non c'entrano nemmeno i mercati perchè non è una questione di domanda ed offerta. È la degenerazione dei mercati causata dal meccanismo dei derivati futures, cioè dalla speculazione che ha arricchito qualcuno e impoverito il Paese.
Perché la politica non interviene seriamente?
Non con la tassazione degli extra-profitti che come abbiamo visto non funziona perchè chi li ha realizzati non ha pagato le relative imposte, probabilmente non perchè non vuole ma perché intende impugnare una norma che ha parecchi vizi di legittimità essendo discriminatoria rispetto alla normativa fiscale vigente.
Lo Stato, e per lui il Governo, potrebbe intervenire anche perchè lo prevede la Costituzione e la normativa che regola la golden share e la golden power che consentono di intervenire quando è in pericolo la sicurezza dello Stato. L'impoverimento del Paese con il rischio di chiusura di molte imprese è un pericolo per la sicurezza dell'Italia.
Perché il Governo non interviene e la politica, tutta, non sollecita un appropriato intervento? La politica si limita a chiedere uno scostamento di bilancio o un tetto fisso al prezzo per porre a carico dello Stato il maggior costo per gli utenti, cioè creando, comunque un nuovo debito che lascerà integri gli extra-profitti trasferendone l'onere ancora sui contribuenti italiani e sulle future generazioni.
Può essere un intervento nell'emergenza, che sarebbe meglio, però, addebitare ai gestori del servizio - ENI ha realizzato in un anno e mezzo circa 24 miliardi di profitti di cui 14 miliardi di extra profitti, non oso pensare quali saranno i profitti nel 3° trimestre 2022 i cui dati saranno disponibili a fine ottobre - ma, l'unica cosa da fare è eliminare le condizioni che possono consentire il ripetersi di questa follia.
Ma, la politica quali interessi particolari sta garantendo? Non sarebbe meglio che garantisse gli interessi generali? La farsa è che ci chiede il voto per garantire i secondi, a parole, ma in realtà garantisce i primi.
Non è un invito a non votare che ritengo sbagliato perchè rafforzerebbe solo il sistema dei partiti, ma per cominciare, in modo democratico, a far sentire la propria voce, si può, basta volerlo.