
Posto che il confronto è il lievito di questo giornale e assodato come sia arduo controbattere le tesi di Alberico Fumagalli proviamo a fornire qualche elemento a sostegno del commento critico verso coloro che a vario titolo hanno imposto e poi parzialmente revocato l'ordinanza; con la promessa però che poi del Kyr Royal non ne parliamo più. Dunque intanto una notizia: non avendo tolto dalla rete il commento è assai probabile che il segretario generale Mario Blandino e il capo della polizia locale Monica Pezzella, forse con il signor Sindaco al seguito, ci abbiano querelato per diffamazione a mezzo stampa. Un paradosso, il direttore di questo giornale, ossia chi scrive, davanti al magistrato per aver in qualche modo "difeso" le ragioni del locale. Così va il mondo. Ma la libertà di cui godono chi scrive e tutti i suoi collaboratori consente che anche paradossi del genere possano accadere. Detto questo veniamo alla critica. Ma occorre compiere qualche passo indietro. Perché l'editorialista Fumagalli nella sua pur argomentata tesi non tiene conto del prequel. La Giunta Robbiani e il signor Segretario generale da quando è in servizio a Merate erano a conoscenza della controversia sin dall'entrata in carica. Un'ordinanza assunta a ridosso del 31 dicembre 2009 già imponeva la chiusura del giardino in assenza di idonee barriere fonoassorbenti. Nei mesi successivi e, guarda caso, in vista della primavera erano state installate delle protezioni costate, a detta del gestore, 7mila euro pur nella consapevolezza, sempre a detta del gestore, che non sarebbero mai servite allo scopo. Tuttavia un risultato queste protezioni l'avevano ottenuto: quello di far revocare l'ordinanza senza che l'Ufficio tecnico avesse svolto un minimo di perizia o richiesto una certificazione. Così le tensioni che già nel settembre 2009 avevano determinato una prima petizione si erano riacutizzate ma tra una promessa e l'altra, talvolta del Sindaco, talvolta del Vice Sindaco, tutte naturalmente disattese, si è giunti all'autunno del 2010 quando una denuncia alla Procura ha fatto scendere in campo il Nucleo Operativo Ecologico dell'Arma dei carabinieri. In pochi giorni fu effettuato il primo rilievo dell'Arpa e poi, sempre nel disinteresse del Comune - che ignorava le proprie responsabilità lasciando intendere che si trattasse di questioni private - a luglio un secondo rilievo che ha dato i risultati ormai noti a tutti. Pur esonerando la dottoressa Pezzella, in servizio da pochi mesi, restano tutte le responsabilità di quanti avrebbero dovuto intervenire molto prima evitando che il conflitto si radicalizzasse e mettesse inutilmente cittadini contro cittadini quando era sufficiente applicare le norme. Ed eccoci al punto. L'ordinanza di fine 2009 doveva essere riproposta pari pari ma, questa volta, fatta rispettare sul serio. Ciò avrebbe evitato il bailamme che invece è seguito all'ordinanza di chiusura totale delle 22, che tanto ha impressionato l'assessore Vivenzio. Qualche protesta ci sarebbe stata ma era nella consapevolezza del gestore per primo e anche della maggior parte dei clienti "per bene" che l'uso del giardino è possibile solo a condizione di schermare i rumori come avviene lungo le autostrade o le strade ferrate. Come abbiamo già scritto la prova di forza può anche aver ottenuto lo scopo desiderato ma dall'ordinanza alla sua parziale revoca nulla è subentrato che possa aver reso necessario quest'ultimo provvedimento. In realtà noi siamo convinti che alcuni responsabili comunali, sia dell'apparato tecnico che di quello politico, per ragioni insondabili, ci abbiano dormito sopra lasciando i cittadini soli a difendere il diritto alla quiete e che soltanto di fronte all'inevitabilità abbiano voluto con modalità a nostro parere un po' arruffate mostrare i muscoli. Inutilmente. Perché nei due anni precedenti avevano mostrato soltanto la schiena.
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