Non da meno è diffusa l'opinione tra i sindaci dei comuni meratesi che Andrea Robbiani sia affetto da una sorta di autarchia tale, da porlo talvolta in aperto conflitto con i colleghi.
Sicuramente in questa vicenda di acqua e gas Merate sta combattendo una battaglia solitaria, prima votando contro il bilancio di LRH e Idrolario, adesso mettendo ai voti in Aula l'avvio delle procedure per il recesso dalla Holding. Ernesto Sellitto, capogruppo di maggioranza, Pdl, ha sottolineato che il capoluogo si ricorda di Merate, seconda città della provincia, soltanto quando ne ha bisogno, vedi il caso Retesalute, l'azienda speciale pubblica che prima o poi dovrà prendere in gestione una serie di prestazioni sociali anche per conto dei distretti sanitari di Lecco e Bellano. Viceversa, la città è snobbata. "La scelta di uscire da LRH - ha scandito il giovane legale - rafforza l'autonomia del comune di Merate e perché no, anche il suo prestigio in ambito provinciale. Come merita, del resto. Perché questa maggioranza agisce solo nell'interesse dei cittadini, oltre le indicazioni dei partiti, ancorché quelli cui noi facciamo riferimento". Una bella prova di coraggio, non c'è che dire. Al di là della validità o meno di recedere da LRH (scelta, per inciso, che questo giornale condivide).
P.S. Anche i buoni avvocati qualche volta incappano in cattive scivolate. Rispondendo alla minoranza di centrosinistra contraria all'uscita da LRH, Massimiliano Vivenzio ha fatto notare come nessuno abbia alzato la voce contro la manovra di bilancio che ha sottratto 2 milioni a Idrolario avvantaggiando il bilancio della Holding, mentre si sono levate critiche al contributo di 1.500 euro al cardinale Gianfranco Ravasi. "Mi permetto io ora una polemica" ha sibilato Vivenzio. "E' ridicolo contestare una donazione ad un personaggio così legato a Merate come il card.Ravasi". Pallido in volto, il già emaciato avvocato ha tuonato per qualche minuto contro i detrattori di questa donazione, guardando i banchi di Insieme per Merate. Al termine dell'arringa ha preso la parola Giovanni Battista Albani che solitamente non potrebbe neppure pensare di competere in dialettica colvulcanico Vivenzio. "Guardi assessore che noi possiamo anche essere d'accordo sul contributo. Anzi le diròche anch'io come sindaco ho fatto piccole donazioni al mio carissimo amico Gianfranco col quale mi lega stima e conoscenza ultradecennale. La differenza, però, è che io e i colleghi di Giunta e del Gruppo consiliare ci tassavamo, mettendo assieme la somma da donare di tasca nostra. Voi invece avete usato i soldi della collettività". Prima che Vivenzio potesse replicare il Sindaco gli ha tolto la parola visibilmente irritato. Forse temeva che qualche anima pia portasse come attenuante l'esiguità dei redditi di alcuni assessori, oggettivamente più assillati dalle fasce Isee che dall'esigenza di donare al nostro Cardinale.