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Scritto Giovedì 21 luglio 2011 alle 17:59

Merate isolazionista o di nuovo leader del territorio? Scelte difficili per ritrovare un ruolo perduto. Quanto alla donazione...

Manovra isolazionista o strategia per riprendere una leadership un po' appannata? La risposta varia dall'angolazione da cui proviene. L'antefatto è semplice: come sanno i lettori di questo giornale il comune di Merate intende recedere dal ruolo di socio (2,69% del capitale sociale) di Lario Reti Holding, l'azienda totalmente pubblica che ha fatto da soggetto aggregatore quando si fusero Ecosystem, Acel, Ciab e Rio Torto e oggi società di partecipazione di altre aziende pubbliche attive nel segmento della distribuzione del gas metano e di fonti energetiche. Il perché della decisione lo ha spiegato bene il sindaco Andrea Robbiani: la Legge impone, anzi imponeva entro il 31 dicembre scorso, ai Comuni di uscire da società non strategiche. LRH operando nel gas non è strategica - come lo sarebbe stata se si fosse occupata soltanto del ciclo integrato dell'acqua (acqua potabile + fognature + depurazioni). Quindi uscire da LRH è un atto tecnico dovuto, non una scelta politica, che dovrebbe essere imitato dagli altri Comuni. Merate come capofila, insomma. Oppure Merate che sceglie la strada dell'isolazionismo lasciando una società nella quale figurano come soci tutti i comuni della Brianza sud-orientale. La tesi isolazionista, per la verità, stride un po' con le recenti operazioni condotte in porto dalla Giunta verde-azzurra. In pochi mesi di duro lavoro si è giunti ad associare il servizio di Polizia locale al consorzio già esistente tra Robbiate, Paderno e i due Verderio. Un risultato atteso da anni ma mai raggiunto dalla maggioranza bianco-rossa che ha guidato la città dal 2004 al 2009. In altrettanto tempo è stato messo a punto il bando di gara per il concorso di idee per la Cittadella della Salute, altro tema che occupa l'agenda politico-amministrativa cittadina da almeno un lustro. Va detto che in questo secondo caso il coinvolgimento dei comuni limitrofi è stato piuttosto fiacco. Tuttavia non sempre si deve attendere di essere presi per mano, qualche volta si può essere anche parte diligente e propositiva. In altre parole seppure l'ospedale insiste sul territorio di Merate anche Cernusco, Osnago, Robbiate o Rovagnate potevano produrre un'idea come il concorso tra giovani architetti al fine di ottenere a costi minimi una serie di progetti su cui ragionare.

Non da meno è diffusa l'opinione tra i sindaci dei comuni meratesi che Andrea Robbiani sia affetto da una sorta di autarchia tale, da porlo talvolta in aperto conflitto con i colleghi.

Sicuramente in questa vicenda di acqua e gas Merate sta combattendo una battaglia solitaria, prima votando contro il bilancio di LRH e Idrolario, adesso mettendo ai voti in Aula l'avvio delle procedure per il recesso dalla Holding. Ernesto Sellitto, capogruppo di maggioranza, Pdl, ha sottolineato che il capoluogo si ricorda di Merate, seconda città della provincia, soltanto quando ne ha bisogno, vedi il caso Retesalute, l'azienda speciale pubblica che prima o poi dovrà prendere in gestione una serie di prestazioni sociali anche per conto dei distretti sanitari di Lecco e Bellano. Viceversa, la città è snobbata. "La scelta di uscire da LRH - ha scandito il giovane legale - rafforza l'autonomia del comune di Merate e perché no, anche il suo prestigio in ambito provinciale. Come merita, del resto. Perché questa maggioranza agisce solo nell'interesse dei cittadini, oltre le indicazioni dei partiti, ancorché quelli cui noi facciamo riferimento". Una bella prova di coraggio, non c'è che dire. Al di là della validità o meno di recedere da LRH (scelta, per inciso, che questo giornale condivide).

P.S. Anche i buoni avvocati qualche volta incappano in cattive scivolate. Rispondendo alla minoranza di centrosinistra contraria all'uscita da LRH, Massimiliano Vivenzio ha fatto notare come nessuno abbia alzato la voce contro la manovra di bilancio che ha sottratto 2 milioni a Idrolario avvantaggiando il bilancio della Holding, mentre si sono levate critiche al contributo di 1.500 euro al cardinale Gianfranco Ravasi. "Mi permetto io ora una polemica" ha sibilato Vivenzio. "E' ridicolo contestare una donazione ad un personaggio così legato a Merate come il card.Ravasi". Pallido in volto, il già emaciato avvocato ha tuonato per qualche minuto contro i detrattori di questa donazione, guardando i banchi di Insieme per Merate. Al termine dell'arringa ha preso la parola Giovanni Battista Albani che solitamente non potrebbe neppure pensare di competere in dialettica colvulcanico Vivenzio. "Guardi assessore che noi possiamo anche essere d'accordo sul contributo. Anzi le diròche anch'io come sindaco ho fatto piccole donazioni al mio carissimo amico Gianfranco col quale mi lega stima e conoscenza ultradecennale. La differenza, però, è che io e i colleghi di Giunta e del Gruppo consiliare ci tassavamo, mettendo assieme la somma da donare di tasca nostra. Voi invece avete usato i soldi della collettività". Prima che Vivenzio potesse replicare il Sindaco gli ha tolto la parola visibilmente irritato. Forse temeva che qualche anima pia portasse come attenuante l'esiguità dei redditi di alcuni assessori, oggettivamente più assillati dalle fasce Isee che dall'esigenza di donare al nostro Cardinale.

Claudio Brambilla
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