
Non tutto, ieri sera, all’
assemblea dei soci di Retesalute, è andato secondo le più scontate previsioni. Perché ora sta scoppiando il giallo dei compensi ai liquidatori. Come se l’azienda, in difficoltà con i pagamenti ai fornitori potesse anche sostenere il peso di un collegio di liquidazione a fronte di un Consiglio di Amministrazione a costo zero. Ma anche di questo è auspicabile che qualche comune più attento ne faccia debita menzione alla Corte dei Conti.
Comunque sia veniamo al giallo de compensi al collegio poi, in altro servizio, come si è arrivati a eleggere il presidente, uomo sostenuto sin dal primo giorno dal sindaco di Merate Panzeri si presume col consenso pieno della segretaria comunale che in Aula a Palazzo Tettamanti ha di fatto rappresentato la posizione politica della maggioranza (ma il capogruppo Centemero che cosa ci sta a fare allora?).
Dunque il Consiglio di Amministrazione nel budget avevano già inserito a scopo cautelativo la spesa per i liquidatori fissata in 70mila euro oltre iva e accessori. Diciamo una spesa globale di circa 86mila euro.
Ora però si scopre che nella delibera assunta dai sindaci il compenso è schizzato a ben 140mila euro ripartito come segue: 40mila euro a Alessandra Colombo, attuale presidente del cdA che almeno rientra dalle spese sostenute in questo anno e mezzo alla testa dell’azienda pubblica, 40mila euro a Emanuele Grimoldi e ben 60mila euro al presidente Ciro D’Aries, il primo e unico ascoltato consulente del sindaco di Merate nonché presidente dell’assemblea di Retesalute Massimo Augusto Panzeri.
Come sia possibile approvare un budget, almeno a livello di CdA e poi deliberare un testo assai diverso e ben più penalizzante per la società già indebitata è incomprensibile, soprattutto per quanto riguarda l’avvocata Colombo che come presidente del CdA quel budget l’aveva approvato.
Di tutto ciò si attendono conferme ufficiali anche se i documenti ci sono ed è soltanto questione di poco tempo recuperarli.
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