Una settimana di silenzio totale da parte dell'amministrazione comunale di Lomagna su quanto intende fare per la gestione del centro sportivo. Lunedì 12 aprile il tema è stato affrontato in Consiglio comunale a seguito di una interrogazione di "Uniti per Lomagna" sul punto. Le argomentazioni della sindaca potevano essere sembrate esaustive. La procedura di affidamento veniva difesa dal primo cittadino e mai messa in discussione. Tanto che ci risulta fosse già stata fatta la consegna delle chiavi all'aggiudicatario. Se non che un nostro articolo del 15 aprile ha evidenziato tre motivazioni specifiche per cui la determina di aggiudicazione (a cui ancora non è seguita la formalizzazione del contratto e della convenzione con il vincitore) andrebbe a nostro parere stracciata per ripetere di nuovo da capo la procedura [clicca
QUI]. Fino ad oggi all'albo pretorio non risulta alcun atto di revoca.
È notizia di queste ore che, in vista del Consiglio comunale del 22 aprile, il gruppo di minoranza ha depositato una domanda da discutere in assise durante il Question time. "Alla luce di quanto riportato sui giornali e di quanto emerso nell'ultimo Consiglio Comunale chiediamo un aggiornamento sulla situazione dell'affidamento del Centro Sportivo di Via Carducci".
Si dovrà quindi attendere questa sera per conoscere le valutazioni tecniche della Giunta, ma anche eventuali assunzioni di responsabilità politica nell'intera vicenda. Letto oggi, fa un po' specie infatti un comunicato del Comune di Lomagna, datato settembre 2019, in cui era scritto: "Nel rispetto delle aspettative che riponete nell'Amministrazione, è stato aperto un bando per la gestione temporanea del centro che ci traghetti finalmente verso la soluzione definitiva". Il messaggio si concludeva così: "Vi terremo aggiornati per tutte le novità, nella convinzione di poter riaprire a brevissimo i campi di gioco". Quel centro sportivo non è mai più tornato in funzione e le aspettative riposte dai cittadini non sono state rispettate. Quali conclusioni trarrà il gruppo di maggioranza?
A intervenire è invece l'imprenditore Pier Andrea Migliardi. Con la sua Top Sporting Club si era già visto aggiudicare la gestione temporanea del centro sportivo di Lomagna nel bando del 2019. L'amministrazione comunale aveva poi deciso di revocare l'aggiudicazione in autotutela, appurato che lo stato dei luoghi non consentiva l'utilizzo di bar, spogliatoi e una tensostruttura. La società che sul territorio meratese è attiva a Osnago, ha poi partecipato anche alla successiva manifestazione di interesse, l'ultima in ordine di tempo, per una concessione pluriennale. La sua offerta non è stata però ammessa in quanto non era stata allegata la dichiarazione di un'impresa bancaria o assicurativa o di un intermediario contenente l'impegno a rilasciare una garanzia fideiussoria di 33.500 euro. L'unico altro soggetto partecipante era stata la "ATI verticale - capogruppo costituenda Sport City SSD con ASD Tennis Enjoy no limits", che era stata valutata ammessa e poi aggiudicataria. Migliardi ora lamenta siano stati usati due pesi e due misure. "Siamo ben oltre il termine massimo. Il contratto doveva avere decorrenza dal 1° dicembre 2020. Siamo ad aprile e queste tempistiche risultano ridicole ormai, tenendo conto che ci venivano richieste la sostituzione della caldaia e la messa a norma dell'impianto elettrico già a partire da dicembre - spiega l'imprenditore e maestro di tennis - Un po' facile la vita così! In questo modo gli aggiudicatari possono risparmiare una stagione. Se io sono stato escluso, perché loro no?".
È questa una delle ragioni secondo cui - a nostro avviso - la determina di aggiudicazione andrebbe revocata. Inoltre, come abbiamo già avuto modo di evidenziare, l'offerta è stata presentata da un gruppo di realtà, tra cui una società che in quella fase non si era ancora costituita - e ciò confliggerebbe con la normativa di riferimento - e un'associazione che non risponderebbe ai canoni della manifestazione di interesse.
Un altro elemento che, pur non costituendo un errore in senso stretto, è indicativo di un procedimento non del tutto lineare è il fatto che nell'elenco dei soggetti a cui era rivolto l'avviso pubblico non comparivano le ATI (Associazioni Temporanee di Impresa). Solo un quesito posto in extremis dagli interessati ha permesso al Comune di specificarlo (Chiarimento n. 9).
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