Il sindaco Cristina Citterio
Il sindaco Cristina Citterio ha parlato nel suo discorso del ruolo delle Forze Armate, che contribuiscono a far rispettare l'ordinamento a fianco dei cittadini. Importante nella società però anche il ruolo delle singole persone, con i loro doveri nei confronti della comunità, "nel rispetto delle regole per il bene di tutti, che non devono essere interpretate in modo da essere aggirate, ma comprese in modo da generare coscienza collettiva".
Parole che sono state aggiornate alla luce del periodo faticoso che sta vivendo il Paese nell'affrontare l'emergenza Coronavirus. La fatica nel sopportare il secondo lockdown non deve spostare l'asse della bussola dell'agire comune. Lo sforzo di tutti deve continuare ad essere centrato all'osservanza delle norme.
Dunque Citterio ha ringraziato le Forze armate e il loro "impegno nel far rispettare le Leggi e le regole necessarie, non solo a una sempre più serena convivenza civile ma oggi più che mai a superare insieme una pagina faticosa della storia umana.
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Regole che non devono essere vissute come imposizione ingiusta, ma come un chiaro segnale di un dovere collettivo, oggi più che mai necessario". Il primo cittadino ha invitato a porsi due domande: cosa fare per non ledere l'altro? Che oggi può essere specificato con: cosa fare perché non si ammali?
L'amministratrice ha richiamato la poesia "San Martino del Carso" di Ungaretti e quindi la prima guerra mondiale. Un parallelismo tra la trincea al fronte e le trincee relazionali e psicologiche odierne. "Trincea risuona nelle nostre menti perché ci sentiamo in pericolo, sotto attacco, impossibilitati, stanchi nell'attesa della conclusione della battaglia che non sapremo con certezza quando arriverà, fragili, sfiniti nell'avanzare di un passo e dell'arretrare di due, preoccupati per le incertezze socio-economiche che viviamo" ha commentato Citterio. Ma ha anche osservato che con la guerra di posizione si è sperimentato il senso di fratellanza, un'unità che occorre riscoprire in questo 2020.
Loris Pirovano, capogruppo degli alpini di Lomagna, è intervenuto per sottolineare il contributo delle Forze armate nei contesti difficili delle calamità naturali, sismi e alluvioni, e oggi con la pandemia, con un fattivo supporto alla popolazione civile. Il parroco don Lorenzo ha impartito la benedizione. La manifestazione si è conclusa con l'inno d'Italia suonato alla tromba da Alberto Caiani del Corpo musicale Osnago-Lomagna.