Una versione differente rispetto a quanto sostenuto più prudentemente due giorni prima dal revisore dei conti di Retesalute Stefano Maffi nell'assemblea dei soci presieduta dallo stesso Panzeri: "Questi debiti verosimilmente, questo è quello che possiamo dire noi oggi da ciò che abbiamo visto, si rifanno a perdite gestionali. Con quasi certezza possiamo dire che dovrebbero essere perdite gestionali - dichiarava il dott. Maffi - Usiamo il condizionale perché non sappiamo cosa è successo prima del 2018. Noi abbiamo iniziato a re-incasellare delle cose che non tornano. Per dire qualcosa sul passato la contabilità va riverificata, se non rifatta laddove è possibile".
Secondo Panzeri l'erogazione dei servizi non può bastare a giustificare le perdite. "Non funziona così. La corretta tenuta dei libri contabili e della contabilità generale non è un optional, soprattutto quando maneggiamo soldi pubblici. Nulla giustifica la manipolazione di bilanci. Se l'azienda verrà liquidata non sarà per una teoria di Merate o di Missaglia".
Ma sull'ipotesi della liquidazione il primo cittadino si è dissociato da chi gli attribuisce di "gareggiare" per questa soluzione. "Se emergerà una soluzione semplice, che potrà sanare l'azienda riconoscendo eventualmente il debito, sarò il primo a sostenerla. Merate crede nella forma associata e pubblica per l'erogazione di servizi sociali, ma è meno convinta che questa società possa ancora rimanere in piedi. Ce lo dovranno dire degli organismi terzi. Se dovessero emergere bilanci negativi per quattro esercizi su cinque, la liquidazione non sarebbe una scelta, sarebbe imposta" ha affermato con forza Panzeri.
"Sono convinto anch'io che non si debba fare nessuna scrittura contabile scorretta - ha contro-ribattuto Aldo Castelli - Il senso del comunicato è che oggi non ho quattro bilanci in perdita, è una supposizione. Ho tutti i bilanci che certificano 3 o 4 euro di utile. Al momento attuale valuto questo, ragiono sugli atti. Non ho gli estremi per la liquidazione coatta. Quello che io contesto è la liquidazione volontaria per fare la stessa cosa".
"Non ho idea quanto costi costituire una nuova società. So quanto comporterebbe in termini di atti costitutivi. Se potessi evitarli lo farei volentierissimo. Io non ho mai detto che l'azienda va liquidata. Il dubbio è che il problema non sia ancora stato risolto, come viene fatto passare in maniera troppo ottimistica" ha concluso il sindaco.