Si è svolta in presenza la Consulta Istruzione di Cernusco Lombardone. Giovedì 4 giugno in sala consiliare si sono riuniti i suoi componenti. Distanze mantenute, mascherine in viso, modello di autocertificazione da compilare all’ingresso, a fianco del gel per sanificare le mani. Insomma, un incontro ai tempi del Covid-19. Era da fine ottobre che la Consulta Istruzione non si riuniva. Nel dare lettura del verbale della seduta precedente si è respirato un clima di mestizia. Nel sentir parlare di nuovi progetti scolastici da costruire, che poi non si sono potuti concretizzati, è apparso tutto così lontano. Un anno fa, di questi tempi, la Consulta iniziava a confrontarsi con la bozza del Piano per il Diritto allo Studio dell’anno futuro. Ora invece lo scenario è completamente diverso e la sindaca Giovanna De Capitani ha riscontrato con amarezza che parlare di PDS in questa fase non avrebbe alcun senso. Troppe incognite. Mancano le Linee guida per il rientro in classe, fino a d’ora sono usciti rumours ogni volta contrastanti l’uno con l’altro. Di certo non sarà la scuola a cui si è abituati, gli spazi dovranno essere gestiti diversamente. E nonostante tutti gli sforzi messi in campo nei mesi estivi per riorganizzare le strutture e i programmi, non si può escludere che in autunno si debba tornare alla modalità a distanza, qualora gli scenari di una recrudescenza della pandemia prospettati dalla comunità scientifica dovessero trovare conferma.

La sindaca ha riportato una sintesi di una discussione avuta di recente con
la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Claudia Angelini per fare il punto della situazione ad anno scolastico ormai volto al termine. L’approccio alla DAD è stato più naturale alla scuola secondaria di primo grado, mentre nei quattro plessi della primaria l’avvio è stato un po’ più difficoltoso. Sono stati consegnati 100 computer in comodato d’uso coprendo così tutte le richieste pervenute. Dopo l’adeguamento iniziale
il bilancio è comunque positivo.
I componenti delle Consulte hanno testimoniato l’esperienza per come è stata vissuta dai propri figli, da loro stessi e l’impressione che si è avuto di questi mesi. Ne sono emersi lati positivi e negativi, a seconda di come è stata interpretata la nuova modalità di studio e di socialità dai bambini e ragazzi e dalle famiglie. I programmi scolastici non sono stati completati, la maggior parte dei progetti sono stati sospesi. Un segnale positivo per le elementari di Cernusco è stato
il progetto musicale che è proseguito anche a distanza, grazie alla disponibilità del docente tutor, e si è concluso con un concertino da remoto.
Al termine degli scrutini l’Istituto comprensivo invierà un questionario a tutte le famiglie per un riscontro sulla DAD. A fine giugno la dirigente vorrebbe riunire i sindaci dei quattro Comuni del Comprensivo per poter iniziare a porre le basi per l’organizzazione futura.
Sul versante dell’infanzia,
la scuola materna ha dato vita a laboratori a distanza con gruppi ristretti di bambini utilizzando lo schermo del pc come interfaccia. È stato un appuntamento quotidiano per i piccoli alunni. I contatti tra educatori e genitori erano invece settimanali. Durante questi colloqui venivano offerte alla famiglia delle proposte di attività da svolgere a casa con i figli.
Altro tema che preoccupa le amministrazioni locali in questa fase riguarda i centri estivi. A Cernusco la situazione meglio definita al momento è quella dei bambini della scuola materna. Storicamente l’Ancarani organizzava attività nel mese di luglio avvalendosi di tre educatori. La scuola ha inviato un sondaggio per valutare l’interesse delle famiglie e le risposte pervenute sono state 25. Un numero consono alla struttura e alle linee guida emanate. Si creeranno cinque gruppi “statici”, ognuno con il proprio educatore di riferimento. Sono figure professionali che già lavorano durante l’anno presso la scuola per l’Infanzia cernuschese. Per circoscrivere la rete di relazioni in ottica di potenziale diffusione del virus, i bambini non potranno ruotare da un gruppo all’altro. La coordinatrice sta organizzando l’allestimento degli spazi. Il tutto è facilitato dalle numerose vie di uscite dell’edificio, che consentono una separazione dei flussi. Come ulteriori misure di sicurezza, tutto il personale – dai cinque educatori ai due inservienti – dovrà indossare sempre la mascherina e la visiera. I pasti arriveranno attraverso il servizio esterno che già gestisce la mensa durante l’anno scolastico. Il centro estivo potrebbe durare sei settimane. Visti i maggiori costi di gestione le rette saranno aumentate rispetto allo storico di 90 euro a settimana. L’amministrazione comunale interverrà coprendo una parte del costo a famiglia. Ma è ancora presto per parlare di cifre.
La sindaca Giovanna De Capitani
Per i bambini delle elementari e medie il percorso estivo è più incerto, a partire dal numero di adesioni. Al sondaggio informale inviato dall’amministrazione hanno risposto in 30, di cui solo 2 della secondaria di primo grado. Lo scarso riscontro dai ragazzini potrebbe avere una doppia spiegazione, secondo quanto è emerso dalla discussione in Consulta Istruzione. Da una parte in quella fascia di età, le tante limitazioni imposte potrebbero disincentivare i ragazzi a partecipare. Dall’altra parte è possibile che le famiglie restino in attesa di capire se l’oratorio organizzi qualcosa di autonomo. La vice presidente della Consulta, a tal proposto, ha citato un sondaggio lanciato informalmente dalla parrocchia che potrebbe aver ingenerato confusione. “Secondo me si sarebbe dovuto inviare un sondaggio unico da parte dell’amministrazione comunale, per far capire nettamente che il centro estivo può essere uno solo e che la parrocchia non lo organizzerà autonomamente – ha dichiarato fermamente Samantha Brusadelli – Per altro nel sondaggio c’era scritto ‘offerta libera ?’ ma non è immaginabile pensare che sia un servizio gratuito dal momento che è necessario avvalersi di figure professionali”.

La sindaca ha spiegato che gli spazi interni della scuola “G. Rodari” sono funzionali alle attività che sarebbero svolte in collaborazione con Retesalute per la fascia di età delle elementari. Il rapporto bambino-educatore è di uno a sette. Ogni aspetto riguardante il centro estivo dovrà essere vagliato da ATS Brianza. Il costo proposto da Retesalute è di 275 euro euro a settimana per il tempo pieno [
clicca QUI] di cui una parte sarebbe coperto dal Comune e un’altra rimarrà a carico della famiglia. Il centro estivo dovrebbe partire l’ultima settimana di giugno.
Per i ragazzi delle medie lo spazio che l’amministrazione avrebbe individuato sarebbe l’oratorio, ma sembra ci siano delle difficoltà nel trovare un’intesa con la parrocchia. “Ci sono realtà anche vicine a noi in cui la parrocchia darà in comodato d’uso le proprie strutture dell’oratorio al Comune, che quindi entra e si occupa di tutto. Questa soluzione può sembrare un’invasione. Inoltre noi come centro estivo comunale dovremo offrire un servizio laico, mentre storicamente l’oratorio feriale ha sempre avuto un’impostazione cattolica. Mi rendo conto che possa apparire un’ingerenza. Servirà trovare un accordo” ha dichiarato la sindaca.
Ad ogni modo per la fascia 14-16 anni il Comune aderirà all’iniziativa di Retesalute “Util'estate”, di cui però potranno beneficiare solo 10 ragazzi attraverso un bando. I partecipanti si occuperanno di sanificare gli spazi pubblici e svolgeranno dei piccoli lavori di manutenzione in cambio di una sorta di pocket money simbolico.
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