Messa così, però, non sembra in linea col pensiero di Massimo Panzeri che in assemblea, lunedì, è parso di capire - ma forse abbiamo frainteso - che la volontà di Merate sia quella di ricapitalizzare e proseguire puntando anzi all'allargamento della base societaria per raggiungere un miglior livello di massa critica.
Siamo nella nebbia. Le indiscrezioni ormai circolano con abbondanza ma non sono tutte riferibili se si vuole evitare di finire in tribunale.
Però una considerazione, prima di cedere la "parola" a Paolo Centemero la vogliamo esprimere: ma gli esperti chiamati dal nuovo CdA presieduto dall'avvocata Alessandra Colombo hanno effettuato un lavoro di verifica accurata dei conti presentati dalla nuova responsabile amministrativa o hanno costruito i loro pareri sul lavoro svolto dalla dottoressa Laura Mattiello assistita dal revisione dei conti dottor Stefano Maffi?
Non ci sembra una considerazione da poco. Perché nella relazione del dottor Cesare D'Attilio si legge della presa visione di quest'ultimo commercialista di una relazione contenente doglianze sulla gestione precedente circa una serie di registrazioni contabili "sospette". Ma si aggiunge: "Tali operazioni di cui il sottoscritto non ha avuto il tempo di poterne effettuare i dovuti controlli di rito e che pertanto sono state prese tutte per buone sono state ricollocate nei rispettivi esercizi di competenza".
Lo stesso dottor Giuseppe Munafò, l'altro esperto interpellato dal CdA in carica scrive nella premessa: " Agli scriventi (Munafò e l'avvocato Ferrari ndr) è stato riferito lo scorso 7 maggio che a seguito di un controllo contabile svolto, ed ancora in essere, da parte dell'Azienda (Retesalute ndr) finalizzato a rilevare le corrette determinazioni quantitative attive e passive alla data del 31 dicembre 2019. . . . ecc."
Ci possiamo sbagliare ma sembra di capire che anche il dottor Munafò abbia lavorato su una base di dati forniti dall'azienda, senza aver avuto contezza della loro veridicità a seguito di indagini approfondite.
Ripetiamo non abbiamo nessun motivo per dubitare che il "buco" sia di 4 milioni e l'indebitamento complessivo di 6 milioni, solo che riteniamo necessario che a certificarlo siano la PWC o la Deloitte.
Perché, e concludiamo, ci sarebbe da discutere anche di eventuali residui attivi che in qualche bilancio comunale dovrebbero esserci. Insomma la materia è molto complessa, il polverone sollevato è molto intenso al punto da offuscare l'orizzonte. Che però sembra un déjà vu.
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