Naturalmente non la mettiamo su questo piano; le aziende interamente pubbliche attive nei servizi dovrebbero investire il risultato d'esercizio anziché distribuirlo in dividendi. Oppure operare una riduzione delle tariffe a beneficio dei cittadini. Ma soprattutto dovrebbero muoversi nel solco della legalità.
Di fronte a questo imponente lavoro siamo fiduciosi che i comuni della Brianza meratese, casatese e oggionese sapranno assumere una posizione unitaria, provando, per una volta, a non rispondere al partito ma al cittadino. Anche perché queste tre aree saranno chiamate tra breve a operare scelte in campo socio-sanitario. Entro fine luglio la riforma sanitaria lombarda, dopo l'approvazione del maxi emendamento votato dai tre partiti di maggioranza, andrà in porto. E da settembre si parlerà di zone. Nel lecchese ci sono due presidi ospedalieri per acuti, entrambi hanno tutti i requisiti per essere di 1° livello. Ma il San Leopoldo Mandic deve guardare altrove per raggiungere il bacino dei 600mila abitanti richiesti dalla legge, per quanto tuttora in bozza. Ma soprattutto deve rappresentare il polo di attrazione per un'area di almeno 120-140mila abitanti. Ecco dunque la necessità che i sindaci della Brianza, un tempo detta "sud-orientale" mettano da parte le eventuali divisioni partitiche e trovino un punto d'incontro da sottoporre poi alla Regione, per il tramite dei consiglieri regionali, al fine di ottenere la conferma del livello attuale del Mandic e essere inseriti in un azzonamento coerente con gli spostamenti dei cittadini: ovvero in direzione di Monza passando per Vimercate. E non verso Treviglio transitando per Bergamo.
Sono due grandi temi, il servizio idrico e la sanità, che dovrebbero essere al centro del confronto sovracomunale. Ma la conferenza dei sindaci guidata da Felice Baio di Brivio è del tutto fuori rotta e d'altronde Baio già non brillava alla guida dei sindaci del distretto (forse per ciò è stato promosso) mentre quella distrettuale presieduta da Adele Gatti e influenzata dalle grida di Renato Ghezzi è renitente a prendere in esame le complessità del Mandic e a chiamare Giuseppina Panizzoli ad un'audizione visto che il presidio cittadino è in crisi su tutta la linea dal pronto soccorso alla rianimazione, privo di un direttore di presidio come vuole la legge e senza un responsabile amministrativo. Merate, comprendendo in ciò l'intero Consiglio comunale, perché gli interessi sono i medesimi, dovrebbe spingere gli organismi superiori ad affrontare questi temi (evitando però, caro Massironi, di assegnare deleghe a incompetenti, siano essi assessori o consiglieri)
Invece che cosa leggiamo? Che alla prossima riunione della Commissione territorio si dovrà discutere l'interrogazione presentata congiuntamente da Sei Merate, centrosinistra e Prospettiva Merate, Lega Nord sulla pulizia delle strade in occasione della manifestazione Merate in Expo. Ma andate a...scopare. In senso letterale, e con rispetto parlando, s'intende.