Paderno e Robbiate unite contro censure e violenze. Targa ai deportati della Corte Grande

Come ormai da tradizione, i comuni di Paderno e Robbiate hanno celebrato insieme la Festa della Liberazione.
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Un lungo corteo si è spostato da Piazza della Vittoria al monumento dei caduti, dove è stata posta la corona d’alloro. Il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio si è rivolto ai presenti, ricordando tutte le vittime della Seconda Guerra Mondiale e coloro che si batterono nella guerra Partigiana per ridare indipendenza, unità nazionale, libertà e dignità al paese. “Fu infatti quell’esperienza, parziale ma decisiva, che permise alla nostra democrazia e alla nostra libertà di non essere “concessioni” o “doni” delle Forze Alleate che hanno liberato gran parte del Paese, ma riconquiste del popolo italiano”.
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Riprendendo le parole del Presidente Mattarella, che in occasione del 75° anniversario del 25 aprile sottolineò la necessità di difendere i valori ottenuti con la Resistenza, il primo cittadino ha invitato raccogliere questa richiesta, in un clima in cui la televisione pubblica mette a tacere l’intervento duro, ma circostanziato, nei confronti di una parte della classe politica al governo e della Presidente del Consiglio, di uno degli scrittori italiani contemporanei più importanti. “È necessario preoccuparsi perché il nostro governo è un governo democraticamente e legittimamente eletto e proprio per questo, non è sottraibile alla democratica e legittima critica pubblica”. In un paese dove, come è emerso nel carcere minorile Beccaria di Milano, i minori in custodia allo stato sono stati vittime di violenze perpetrate da coloro che dovrebbero garantire loro sicurezza. “Quando ciò succede vuol dire che lì si è creato un angolo oscuro in cui le tutele costituzionali essenziali non stanno arrivando… in questo senso la nostra Repubblica e la nostra Costituzione sono strutturalmente “antifasciste” perché impongono, se correttamente vissute e sostenute dall’attenzione e impegno di noi cittadini e delle istituzioni, che queste crepe non si allarghino e vengano sanate”.
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Torchio ha concluso il suo discorso con la lettura dell’ultima lettera scritta da Giacomo Ulivi, entrato nella Resistenza a diciassette anni, sfuggito alla cattura due volte, mentre alla terza fu torturato e poi ucciso dai fascisti, nonostante fosse stato prosciolto per non aver risposto agli interrogatori. Dopo la messa presso la chiesa parrocchiale, il gruppo si è spostato all’ingresso della Corte Grande dove è stata scoperta una targa in onore di Pasquale Brivio, Guido Panzeri e Giuseppe Villa, tre ragazzi nati nel 1922 e cresciuti in questo microcosmo di Paderno, per poi essere deportati nel 1944 e uccisi nei campi di concentramento nazisti.

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Il Comune, insieme ad Anpi, ha riscoperto attraverso i “Percorsi della Memoria” la storia del paese negli anni della lotta di Liberazione. Alberto Magni, della sezione Anpi di Lecco, ha sottolineato la scelta libera, consapevole, con piena assunzione di responsabilità, fatta da ogni partigiano. “Io rimango dell’idea che la Resistenza sia fatta dalla popolazione, che sia civile e plurale. Noi di Anpi la raccontiamo nelle scuole nella sua globalità, ricordando, tra tanti, il ruolo dei preti del territorio: don Riccardo Corti, che ha ospitato prigionieri a Giovenzana, così come don Alessandro Brogi a Paderno, don Francesco Rovelli e don Luigi Lissoni a Bellano, don Achille Bolis a Calolziocorte e tutti i personaggi legati a essa, per fare una memoria civile, senza orientamenti politici”. Nella frase di Primo Levi “Comprendere – ciò che è accaduto – è impossibile, conoscerlo è necessario”, Magni ha individuato il compito di ognuno, di assunzione di questo dovere civico.
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Alberto Magni, Gianpaolo Torchio e Marco Magni

 La targa, che riporta una parte della denuncia dei genitori alle autorità giudiziarie, insieme alle pietre d’inciampo che verranno collocate in onore dei tre padernesi, faranno “inciampare” nella loro memoria e in quella di tutti coloro che sono stati capaci di essere “resistenti” per conquistare la libertà e ispirare ad una società più giusta e sana.
I.Bi.
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