Mandic: mozione trasversale e apartitica nei consigli per chiedere a Regione tutele e garanzie per il presidio

Un documento trasversale e senza colore politico, che vuole marcare l'attaccamento del territorio al suo ospedale e la preoccupazione per il suo futuro, e che nella forma della mozione presentata a tutti i consigli comunali di meratese e casatese si pone quattro obiettivi:

- riconoscere e confermare il DEA (dipartimento emergenza e accettazione) di primo livello del san Leopoldo Mandic
- avere una partecipazione attiva nei tavoli istituzionali dell'ambito distrettuale del meratese
- ottenere una interlocuzione diretta con ASST per la costruzione le linee di indirizzo del nuovo POAS (Piano di Organizzazione Aziendale Strategico) del polo ospedaliero e territoriale
- avere un incontro con l'assessore Bertolaso per capire le strategie complessive di riassetto organizzativo e strutturale di ASST
In un incontro che si è svolto a Missaglia a cui sono stati invitati tutti gli amministratori meratesi e casatesi, è stata stesa la mozione che ora girerà per i consigli comunali e punta a ottenere ovunque l'unanimità.
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Pierluigi Bonfanti, Ave Pirovano, Roberta Brambilla, Giacomo Ventrice, Andrea Robbiani, Paolo Redaelli, Mattia Salvioni, Fabio Vergani, Fabio Crippa, Franco Tortorella, Milva Caglio, Aldo Castelli, Battista Albani e Eleonora Lavelli

“Il tavolo ha voluto portare l'esperienza del territorio a tutela del Mandic e produrre un documento che nasca da diverse realtà” ha spiegato Mattia Salvioni, segretario del PD di Merate “sarà portato nei consigli comunali e potrà essere anche presentato in Regione”.

Un testo che, è stato ribadito più volte, vuole essere senza bandiere né colori politici, espressione invece di un territorio e della sua popolazione, a tutela della salute pubblica che, nell'ospedale, trova la sua massima espressione.

“L'obiettivo è universale” ha proseguito Andrea Robbiani, già sindaco di Merate che con Giovanni Battista Albani, Andrea Massironi, Dario Perego (tutti ex sindaci) ha preso parte alla stesura “è indubbio che negli ultimi anni ci sia stato un distacco tra come è stata gestita l'Asst e quelle che sono le esigenze del territorio. Noi vogliamo invece che si torni a lavorare assieme. Ribadiamo che non è una mozione politica ma operativa. In questi anni è mancata la programmazione sul personale e quello che è successo con pensionamenti e dimissioni non rimpiazzati, non è qualcosa che deve capitare. Ma che deve essere programmato e gestito. Quello che deve trasparire è un territorio che si muove assieme sull'ospedale e su temi forti come quello della sanità pubblica. La speranza è che ci sia l'approvazione tra novembre e dicembre, in concomitanza con il cambio di direzione perchè deve essere una linea guida che resta anche per il futuro. È il consiglio comunale tutto che approva il documento, non è il sindaco o una parte politica. È tutta la rappresentanza della popolazione”.
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A prendere la parola è stato poi Battista Albani che ha ricordato come la difesa dell'ospedale affondi le radici nel passato e abbia portato tanti anni fa ad altre azioni dimostrative unitarie che hanno consentito la difesa del presidio e impedito il suo depotenziamento. “Il coinvolgimento unitario di tutti fa la differenza e vuol dire molto. Ai vertici non possono fare quello che vogliono di fronte a una presa di posizione importante e compatta”.
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Fabio Vergani e Ave Pirovano

A nome delle conferenze dei sindaci meratese e casatese ha parlato Fabio Vergani di Imbersago. “Ci fa piacere avere un tavolo parallelo di supporto, senza riferimenti di bandiera perchè non ci fa sentire gli unici a combattere per l'ospedale. È un documento che ci piace e che ha elementi di concretezza. Come conferenze dei sindaci vogliamo portare in giunta regionale un documento che manifesti lo scontento di come la direzione di ASST sta lavorando nella gestione del Mandic. Questa mozione va a integrare il nostro lavoro e la mobilitazione deve destare gli animi del territorio. I sindaci sono i garanti della salute pubblica, non possono sottrarsi a questo loro dovere. Dobbiamo fare una mobilitazione trasversale senza bandiere e passare da piccola squadra a grande squadra e per non fare la fine di Chiavenna, Bellano, Gallarate”.
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Appoggio pieno è arrivato anche dal casatese. Se Merate, infatti, porta anche un dovere morale vista l'ubicazione dell'ospedale e dei benefattori e filantropi che lo hanno costruito e finanziato, è tutto il territorio però coinvolto: depotenziare il Mandic significa andare a sovraccaricare altri presidi (Lecco, Vimercate, Ponte, …) che ci certo non godono di ottima salute.
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Paolo Redaelli di Missaglia ha ribadito la necessità di lavorare tutti nella stessa direzione e che anche il casatese deve far sentire la sua voce.

Fabio Crippa di Casatenovo ha annunciato l'unanimità già discussa con la minoranza sul testo della mozione. “C'è bisogno di unità. Dobbiamo ristabilire l'equilibrio tra Asst e territorio”.
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In chiusura è stato ribadito come ciò che conta sia appunto la compattezza del consiglio comunale e che le colpe non vadano trovate a Lecco quanto negli indirizzi dati dalla Regione, con obiettivi e risultati da raggiungere. Da qui la necessità di un incontro con l'assessore Bertolaso per far comprendere come Merate sia baricentrico e strategico anche rispetto agli altri presidi e che il suo depotenziamento altro non rappresenterà che un danno anche all'ospedale Manzoni di Leccola con una crisi generalizzata dell'intera struttura sanitaria provinciale.

CLICCA QUI per leggere il testo della mozione
S.V.
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