Merate, commercio: la città ha certamente bisogno di ''PiùProspettiva'' ma non può attendere, il 2030

Caro direttore,
ho commesso l'imprudenza di leggere il servizio dedicato all'elenco di negozi che hanno abbassato la saracinesca, o sono in procinto di farlo, nel quadrilatero del commercio cittadino.

Si tratta di un lungo necrologio che annovera negozi e attività commerciali di vario genere, a testimoniare che la crisi - come la morte - non risparmia nessuno. Giunto al termine dell'articolo sono stato pervaso da un senso di tristezza e malinconia. La stessa sensazione che ti prende quando di fronte a un amico malato o a una persona comunque cara, ma anche all'animale domestico, ti senti dire che... non c'è più nulla da fare.

In effetti la situazione appare molto difficile, al punto da sembrare "incurabile". A fronte di qualche timida apertura, dominano le vetrine coperte con fogli di giornali, i quali, ahi noi, non se la stanno certamente passando meglio. Ma questa è un'altra storia.

Torniamo alla nostra città e al suo tessuto commerciale. L'articolo lamenta la totale latitanza della Confcommercio e del delegato cittadino, che detto tra noi, non invidio. Che cosa potrebbe fare l'associazione di categoria? In un momento tanto buio i vertici dell'associazione preferiscono distrarsi con iniziative che poco o nulla hanno a che vedere con il commercio, ma di questo saranno gli stessi associati a chiederne conto al momento opportuno.

La realtà è che si innescato un meccanismo diabolico e perverso che fa sì che più negozi chiudono.... più ne chiuderanno. E' evidente che l'impoverimento dell'offerta ha ricadute su tutti. E' un cane che si morde la coda. Resistono i negozi storici, dove i titolari sono anche proprietari dei muri e spesso non hanno dipendenti o commesse da pagare. Insomma, a far quadrare i conti sono più le mancate spese che gli incassi.

La domanda che invece ci dobbiamo fare noi che viviamo a Merate è come si arresta questa moria di attività commerciali. Ma anche, come si può rilanciare il commercio nella nostra città. E soprattutto è possibile fare realmente qualcosa?

Per trovare le risposte basta scorrere uno dei tanti opuscoli distribuiti in campagna elettorale dalla lista "Più prospettiva" guidata dal sindaco di Merate Massimo Panzeri. In due pagine appaiono ben in evidenza sei parole magiche, che potrebbero - se coniugate nel modo giusto - imprimere un radicale cambio di rotta. Eccole: valorizzare, tutelare, attrarre, promuovere, sostenere, innovare.

Purtroppo però, sempre scorrendo lo stesso opuscolo, si scopre che nessuno di questi verbi si coniuga col commercio. Si fa riferimento in particolar modo a "una efficace promozione turistica (?), alla "valorizzazione degli immobili di interesse storico" (?), alle "esigenze degli amici a 4 zampe", a "sviluppare una nuova visione della città" e via di questo passo. Unica eccezione per quanto riguarda il verbo "attrarre", dove i candidati di "Più Prospettiva" annunciano che: "Agevoleremo quindi l'insediamento di nuove attività imprenditoriali e commerciali". Come però l'amministrazione comunale intenda coniugare i verbi in questione, ovviamente non è spiegato. Lo scopriremo... solo vivendo.

Ma il problema del commercio oggi rappresenta una vera e propria emergenza. Non è certo pensabile e immaginabile una città turistica senza negozi e attività commerciali. Quindi, mi permetterei di suggerire sommessamente alla Giunta, ma in particolare al sindaco e all'assessore al Commercio Beppe Procopio di riprendersi in mano il volantino elettorale e applicare al commercio cittadino le sei parole magiche, riservate in campagna elettorale a temi che francamente scaldano solo, fino al giorno del voto.

La città ha certamente bisogno di "Più Prospettiva", ma non può attendere a lungo, altro che #Merate2030.

Matrix
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