Merate: Massironi è un po’ il traghettatore dal vecchio al nuovo gruppo dirigente della città. Ne dia prova con un gesto clamoroso

Ho trovato interessante la tesi del direttore secondo cui Andrea Massironi è l'ultimo democristiano della vecchia guardia, la cui elezione fissa il tassello mancante del grande quadro storico scudocrociato. Penso anch'io che Massironi non potesse andare in quiescenza senza averci almeno provato. O quest'anno o mai più. Ce l'ha fatta, ha coronato un sogno e trent'anni di vita da democristiano (che non deve pentirsi perché non c'è ragione per farlo) iscrivendo il suo nome nell'albo d'oro del partito che ha governato la città dal dopoguerra, a parte l'ultima legislatura a guida leghista. Massironi questa campagna elettorale l'ha preparata da tempo. Proprio mentre sosteneva che l'età gli avrebbe impedito di ricandidarsi tesseva la trama di un accordo con Paolo Felice Colombo e, a sua volta, col contributo di Dario Perego con la nuova dirigenza politica cittadina capitanata da Massimiliano Vivenzio, il candidato più spendibile della coalizione. L'atteggiamento intransigente della Lega - Robbiani se lo desidera sarà di nuovo candidato sindaco - gli ha fornito un alibi di ferro. E a ragione perché le alleanze in politica presuppongono le alternanze alla guida della coalizione. Robbiani ha perso tempo in attesa delle decisioni del suo partito mettendo così anche il suo delfino Massimo Panzeri in evidente difficoltà: pronto a lanciarsi nell'arena ma trattenuto per il collo da una decisione che è tardata ad arrivare impedendogli di valutare meglio la scelta dei candidati e la disposizione delle truppe sul territorio comunale. Quando ha avuto il via libera si è trovato gran parte della lista scritta e un'alleanza obbligatoria con Forza Italia (e con i suoi rappresentanti locali non certo grandi mietitori di preferenze). Il risultato non poteva essere diverso, per quanto immeritato. Dal banco dell'opposizione Panzeri ripenserà alla questione dell'alternanza certo senza la sicurezza che lo portava a tagliare corto: deciderà Robbiani. Decidi tu del tuo futuro, amico! Ma torniamo a Massironi. Ora ha davanti un quinquennio sufficientemente tranquillo. Gli uomini di punta sono rodati, il programma è la continuità di quanto sviluppato nel quinquennio precedente, il bilancio è bene impostato, il comune di fatto non ha debiti e se soltanto Renzi, meglio Delrio, manterrà una parte delle promesse il patto di stabilità sarà allentato per i comuni virtuosi consentendo addirittura un abbassamento della fiscalità locale. Tutto bene dunque. Ma c'è una questione che resta aperta: quella di creare le basi perché la nuova classe dirigente si consolidi al fine di candidarsi alla guida della città oltre l'orizzonte temporale del Sindaco. Diversamente Massironi commetterebbe l'errore di Albani, che non ha saputo creare una successione a se stesso puntando tutto sulla capacità propria di attrarre consensi. Errore che nel 2009 l'ha spedito direttamente sui banchi della minoranza. Consolidare il nuovo gruppo dirigente vuol dire mettere assieme donne e uomini di estrazione diversa ma capaci di lavorare attorno a un progetto comune. Com'è stato in gran parte fatti tra il 2009 e il 2014. Questi uomini, come ha evidenziato il direttore, si chiamano Massimiliano Vivenzio, Giuseppe Procopio, Ernesto Sellitto, John Patrick Tomalino, Alfredo Casaletto, ma anche Massimo Panzeri e Andrea Valli. Massironi vuol compiere un gesto clamoroso destinato però a consolidare questa nuova classe dirigente cittadina, e per ciò essere ricordato, da vivo si capisce, come un politico che ha saputo dare continuità al proprio lavoro? Bene assegni la delega all'urbanistica a Andrea Valli. Coglierà due risultati: allontanare da sé quell'alone di sospetto che lo perseguita, forse ingiustamente, o quanto meno per interposta persona e rimettere a posto i cocci di un bel vaso frantumato sull'altare di ambizioni personali di tanti. Lo so, l'ipotesi rasenta la follia, la carica sarà già stata offerta ad altri, presumibilmente a Vivenzio. Ma la butto comunque lì. Il segnale, ne sono certo, sarebbe molto molto positivo e foriero di buone cose per la città.
Matrix
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