Merate: l’Inno nazionale “infiamma” il Consiglio

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Qualunque sarà l’esito delle elezioni ci sia consentito esprimere un auspicio: l’Aula non sia privata della presenza dell’architetto Alessandro Vanotti.

Le sedute, si sa, sono spesso noiose per cui un momento di spensieratezza è necessario per arrivare alla fine dell’ordine del giorno. E Vanotti è, dal nostro punto di vista, l’uomo giusto a dispensare un po’ di sano buonumore.
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In piedi il consigliere Marco Giumelli

Seduta del 22 aprile, forse l’ultima della consigliatura, dice il sindaco. O forse no. Comunque a Odg esaurito il consigliere di minoranza Marco Giumelli chiede la parola sulla vicenda dell’annullamento degli eventi già programmati per il 25 aprile da studenti e insegnanti della scuola media A. Manzoni di Merate. Il “casus belli” (possiamo almeno usare il latino Vanotti?) è la sostituzione della parola morte con vita nell’Inno nazionale. Nessuna novità, lo si fa da anni. Ma la polemica sollevata da un genitore – di cui si dice appartenere politicamente a Fratelli d’Italia, ma è solo una indiscrezione – ha scatenato un uragano a causa dell’intervento del consigliere regionale della Fiamma tricolore Giacomo Zamperini. Per evitare strumentalizzazioni i docenti a malincuore hanno annullato tutto. Giumelli si è detto rammaricato. Tutto il lavoro svolto è andato in fumo. La libertà di cui tanto si parla finisce quando si cambia una parola, adeguandola anche all’attualità ben diversa dal 1847 con l’Austria da combattere.
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La parola passa alla neo assessora all’Istruzione Norma Maggioni che col sindaco si è confrontata con gli insegnanti. "Siamo tutti dispiaciuti" ha esordito. La polemica è scaturita da un solo genitore ma poi ha preso quota. In realtà anche lo scorso anno l’Inno fu cantato con la parola vita e non morte ma nessuno evidentemente ci aveva badato. O nessuno l’aveva ritenuto un fatto grave. Personalmente – ha detto Norma Maggioni con coraggio intellettuale notevole – sarei andata avanti, non avrei sprecato tanto lavoro.

Duro l’intervento di Roberto Perego di Cambia Merate: non faccia l’anima bella assessore, la polemica è nata dal partito di cui lei fa parte, cioè Fratelli d’Italia e ha travalicato i confini comunali a causa dell’intervento del vostro consigliere regionale.

In difesa del testo originale è intervenuto Alfredo Casaletto che, pur senza toga, ha sostenuto i valori della tradizione. Parenti stretti hanno combattuto con gli americani, hanno sofferto il campo di concentramento. Ora l’Inno non può essere strumentalizzato, la parola ha un valore e quella parola ha il suo valore, ricorda il sacrificio di migliaia di giovani morti per la libertà. Rispetto l’opinione della collega Norma ma personalmente sono contrario.

Anche Franca Maggioni, in gran spolvero da quando siede nel gruppo misto, è intervenuta portando piena solidarietà ai docenti e agli studenti. L’Inno modificato è stato cantato moltissime volte, anche durante l’Expo alla presenza del Capo dello Sato e del Presidente del Consiglio e nessuno ha detto qualcosa. La polemica non giriamo intorno è esclusivamente di matrice politica.
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Il consigliere e capogruppo Alessandro Vanotti

E finalmente ecco il nostro Vanotti: apprendo anche io con rammarico la notizia della sospensione dell’evento ma qui tutti si permettono di cambiare tutto. E del resto voi vi chiamate Cambia Merate. . . .Le radici sono le radici (anche se risalenti a 170 anni fa ndr). Dire che i tempi sono cambiati che si può modificare qualsiasi cosa del passato è come dire che siccome le piramidi sono state costruite dagli schiavi e gli schiavi non ci sono più allora abbattiamo le piramidi.

Un capolavoro, solo una persona davvero geniale può azzardare un simile paragone.

Il dibattito è proseguito a microfoni spenti. Senza storia, né un senso e neppure una conclusione.

Resta che mesi di lavoro, ragazzi e docenti impegnati per il 25 aprile che resta la pietra miliare della repubblica – come ha ribadito Casaletto – sono andati al macero. Perché siam pronti alla morte non può e non deve essere cambiato in siam pronti alla vita.

Anche se tutto ciò è pura e semplice retorica.
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