Onestà e amore per Merate: se ci sono non mi lamento. E Salvioni è il giovane giusto

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Buongiorno Claudio!

Quando qualche mese fa qualcuno mi chiedeva quali caratteristiche avrebbe dovuto possedere il candidato sindaco di Merate, io rispondevo che, oltre a quelle di carattere morale e intellettuale, ritenevo indispensabile l’esperienza di almeno un mandato come consigliere comunale, meglio ancora come assessore. Questo qualche mese fa, quando ancora non conoscevo a fondo un giovane uomo di nome Mattia Salvioni, e prima di sentirmi dire da lui che si sarebbe reso disponibile come candidato sindaco.

Non posso fare a meno di scrivere: mi sento in dovere di testimoniare ciò che ho visto fare a questo, che mi verrebbe spontaneo definire ragazzo, ma in realtà è più giusto dire giovane uomo, in questi due anni in cui si è preso sulle spalle il suo incarico di coordinatore del PD. Ho avuto modo di conoscere le sue caratteristiche: serietà, concretezza, capacità di parlare con tutti, al di là dell’appartenenza politica o ideologica, dialogare senza mai alzare i toni, capacità di ascoltare e soprattutto rispettare sempre il suo interlocutore. Se un albero va giudicato dai suoi frutti, possiamo apprezzare quelli maturati in questi anni: dalla riorganizzazione della sezione del Partito, all’abilità di utilizzare le elezioni primarie per avvicinare nuove persone: Mattia è rimasto al seggio tutta la giornata per dialogare con più persone possibile.
Risultato: raddoppio del numero degli iscritti e avvicinamento di alcune persone competenti, che hanno permesso la costituzione del Tavolo della Sanità e la rinascita del comitato “Adottiamo il nostro ospedale”. Tavolo e comitato vanno oltre il partito: si rivolgono a tutte le persone che, al di là dell’appartenenza ideologica, abbiano a cuore il futuro della sanità pubblica nel nostro territorio. Considero un successo epocale quello di aver portato tutti i Consigli Comunali del distretto ad approvare almeno una delle mozioni a difesa del nostro Mandic. E poi la passione di Mattia per la nostra città, l’impegno costante profuso in questi anni per conoscerla meglio, girare i bar delle frazioni per parlare con la gente, per conoscere i problemi e le caratteristiche della nostra Città. Per quanto riguarda la “legge della gavetta”, non è poi così vero che valga per tutti. Mi capita spesso di chiacchierare con Bruno Dozio, che fu sindaco di Robbiate per due mandati. Fu un buon sindaco, sia per il suo comune, sia per incarichi sovraccomunali, sia per l’impegno a difesa dell’ospedale.
Eppure Claudio, non ci crederai, ma sei mesi prima di diventare sindaco Bruno Dozio non era mai entrato in un’aula di consiglio comunale! Racconta che fu convinto da un conoscente a mettersi in gioco, e pochi mesi prima delle elezioni ha iniziato a ….. studiare da sindaco, assistendo ai consigli comunali e leggendo alcuni libri.
Ti assicuro che anche Mattia sta studiando, eccome sta studiando! E non solo da pochi mesi, ma da almeno due anni. Non manca di seguire le riunioni di Consiglio e Preconsiglio, ha approfondito dal suo nascere lo sviluppo del Piano di governo del territorio, ha approfondito la conoscenza di realtà come ReteSalute.
Se poi vogliamo andare più indietro nel tempo, pensiamo allo studio sul piano dei trasporti di qualche anno fa, per la cui realizzazione Mattia ha dovuto approfondire argomenti che molti che siedono in Consiglio Comunale da anni manco conoscono. Qualcuno lo accusa poi di eccesso di ambizione: da Luigi Zappa in avanti, ho seguito le vicende di tutti i sindaci: Giuseppe Ghezzi, sì era ambizioso; Giacomo Romerio, forse un po’ meno; anche Mario Gallina possedeva questa caratteristica. Senza parlare di Dario Perego, con cui ho lavorato in consiglio comunale per cinque anni: forse lo faceva vedere meno degli altri, ma era ambizioso, come lo era Battista Albani, per non parlare poi di Andrea Robbiani, Andrea Massironi, Massimo Augusto Panzeri ……
Chi di questi puoi dire che non era o non è ambizioso?
Probabilmente per un sindaco essere ambizioso non è un difetto, ma una virtù!
Mi ricordo inoltre che quando ero consigliere di maggioranza con Albani mi capitava spesso per il mio incarico di parlare con l’architetto Ronchi, storico dirigente dell’ufficio tecnico. Parlando mi è capitato di lamentarmi con lui di alcuni atteggiamenti del sindaco Albani. Lui mi ha guardato e mi ha chiesto: “Ma è onesto? Gli sta a cuore Merate?”. Risposi “Si”, e lui “E allora? Di cosa ti lamenti?”.
Mi è tornato alla mente questo ricordo proprio in questi giorni, e mi chiedo “Mattia è onesto? Gli sta a cuore il futuro di Merate?” La risposta è sì, allora di cosa mi posso lamentare? Non dimentichiamo poi la dote del coraggio. Sono tanti ad avere nel proprio curriculum anni di valida esperienza in consiglio comunale, ma pochissimi disposti ad assumersi l’onere di fare il sindaco.
Quando ti scrivo mi pongo come primo obiettivo di essere breve, per cui mi fermo qui, anche se su questo argomento avrei ancora molte pagine da scrivere. Per quanto mi riguarda cercherò in tutti i modi di consigliare ai miei concittadini di votare per Mattia Salvioni e la sua squadra. Voglio però proporti una scommessa: se Mattia diventerà sindaco, sono convinto che Merate fra dieci anni sarà una città migliore. Se lo riconoscerai, mi offrirai un caffè. E se dieci anni possono essere troppi fissiamo un appuntamento per il mese di giugno 2029: se Mattia Salvioni verrà rieletto sindaco mi offrirai una cena.
Sono convinto di vincere!
Grazie per la tua attenzione
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Lanfranco Consonni
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