Robbiate: Cecilia Galaffu presenta "Andiamo con calma! Storia di Giovanni"

La vita è fatta di tanti piaceri semplici, spesso solitari, vittime di quella frenesia che è solita accompagnare le nostre giornate. Non vi è tempo per fermarsi a riflettere ed osservare quel che di meraviglioso ci circonda, è il momento dell'agire programmato e questo a Giovanni Galaffu non è mai piaciuto.
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"Andiamo con calma!", edito da Bellavite, è un libro che racconta proprio la storia di Giovanni, una persona come le altre, che è andata a scuola ed in vacanza con gli amici, ha tenuto un diario personale, ha imparato a suonare, cantare e rilegare libri, ha trovato un lavoro e per trent'anni si è spostato in autonomia sui mezzi pubblici. Quel che però Giovanni non ha mai saputo, o per lo meno non ha mai accettato che questa cosa potesse in qualche modo fermarlo, è di essere affetto dalla trisomia 21, meglio nota come sindrome di Down. La sorella, amica e confidente di Giovanni, Cecilia Galaffu, è l'autrice del volume e nel pomeriggio di sabato 13 gennaio l'ha presentato in aula consiliare a Robbiate, in un dialogo con Silvia Polvara del Servizio Aiuto Integrazione (SAI) di Lecco.
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Silvia Polvara, Cecilia Galaffu e Antonella Cagliani

A dare il benvenuto all'autrice ci ha pensato il vicesindaco ed assessore ad Istruzione e Cultura Antonella Cagliani, che l'ha ringraziata per aver raccontato, anche tramite le parole tratte dal diario di Giovanni, la vita di una famiglia, un figlio ed un fratello che rivela un cammino non sempre facile, ma che nasce dalla collaborazione e dalla condivisione di persone che hanno accettato con gioia la sfida. "Dico spesso di avere la fortuna di essere assessore in un comune che offre tante opportunità e modalità di sostegno alla disabilità" ha proseguito "All'interno della scuola primaria esiste un Servizio Educativo di Inclusione nato grazie a Vittorio Oltolini, alla sua famiglia e ad un gruppo di volontari e all'Associazione Agaph che da anni se ne prende cura. L'associazione Il Grappolo si occupa di disabili fin dalla nascita, provvedendo al trasporto, all'organizzazione di corsi di arteterapia, musicoterapia ed altre iniziative di socializzazione, con il quale la stessa Cecilia ha collaborato creando, tra le altre cose, i Pomeriggi Insieme per i disabili adulti. Infine, all'interno del Grappolo abbiamo poi il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto per le famiglie con disabilità. Come potrebbe un assessore non essere orgoglioso di tutte queste opportunità?".
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E' giunto poi il momento di raccontare, o meglio, di analizzare il libro nel suo intento e nel suo significato più grande. " Si tratta di una storia semplice e simile a molte altre, ma con un'unicità che la rende particolare. Attorno alla vita di Giovanni si è venuta a formare una grande cerchia di persone che col tempo si sono arricchite tra di loro e voi – rivolgendosi ai numerosi presenti in aula – ne siete l'esempio perfetto" ha spiegato l'autrice. La riflessione di Cecilia si è soffermata dunque sui legami tra le persone, indispensabili a tutti, ma soprattutto a chi necessita di maggiore sostegno. La radice da cui parte tutto non può però che non essere la famiglia, necessaria ad assistere una persona disabile nelle sue necessità. "Sin da quando Giovanni era piccolo, i miei genitori non vollero mai comportarsi con lui come un individuo diverso che ha il solo bisogno di essere aiutato. Questo perchè volevano che Giovanni potesse avere anche sogni, ambizioni e potesse esprimere prima di tutto le proprie potenzialità. Mia madre, da buona maestra, gli insegnò a scrivere e a parlare molto dei suoi pensieri e per Giovanni esprimere se stesso divenne fondamentale".
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Grazie al sostegno ricevuto dai famigliari e da chi lo ha conosciuto soprattutto riguardo l'importanza di vivere secondo le proprie passioni, Giovanni ha sempre trascorso la sua vita privandosi del peso di essere nato con una coppia di cromosomi in più. La stessa autrice ha raccontato che quando il fratello iniziò a frequentare il Grappolo per i pomeriggi di arteterapia e musicoterapia, appena tornato dal lavoro autonomamente, si riteneva un volontario piuttosto che un vero e proprio frequentante. Famosa è la frase sul bombo, che "non è fatto per volare, ma non lo sa e vola lo stesso". La famiglia di Giovanni fin da subito non si è concentrata su quello che lui non avrebbe potuto fare, che pure era un pensiero assillante, ma su quello che avrebbe potuto realizzare. E Giovanni non ha deluso le aspettative.
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Giovanni, però, non è stato l'unico ad essere aiutato perchè grazie a lui altri ne hanno ricevuto vantaggi, seppur indirettamente. Grazie infatti al fratello Piero ed alla sorella Cecilia, in cerca di attività da poter far svolgere al fratello, all'associazione il Grappolo e ad un contributo della Fondazione della Comunità del lecchese, a Robbiate è stato creato un centro associativo mirato a creare attività educative, laboratori e pomeriggi di musico-terapia per numerosi adulti disabili del territorio. Infine, tutti coloro che hanno conosciuto Giovanni hanno appreso il suo andare con calma. Non semplice pigrizia, ma la virtù di non perdersi il bello che li circonda e poter riconoscere e cogliere ogni momento felice della vita, anche il più piccolo e apparentemente banale.
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"Quando parli avvolte come sei noioso Quando parli una cosa di tutto ho parli una cosa è quella che non si ripete più quando saluti ha tua nipote quante volte saluti una volta e basta le persone si stufano di te Ha sentirti cosa pensano di te diranno come noioso quella persona sarei io come mi devo comportare alcune persone scambiare un discorso serio sei un uomo quando parli ne fai i discorsi e tutti ti ascoltano devi avere una chiave del discorso deve avere un significato quando parli che ha significato della parola La parola sta nella persona aiuta ha crescere mentalmente la persona deve cercare una via senza ostacoli senza problemi la vita che cose allora se tutti facessero come ha te il mondo come sarebbe non si capisce niente ognuno di noi ha la sua opignone deve continuare vivere su questa terra se tutti noi fossimo uguali in questo mondo cosa saremo tutti uguali su questa terra se noi abbiamo stessi difetti tra di noi non saremmo in questo mondo" (riflessione scritta da Giovanni Galaffu nel proprio diario nel 2015 e contenuta nel libro "Andiamo con calma! Storia di Giovanni!).
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M.Pen.
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