Verderio: riunione tra genitori e amministrazione per i gravi episodi di bullismo sullo scuolabus. ''Ostaggi di un minore''

“Ostaggi di un minore che si sente al di sopra della legge”. Potrebbe essere il titolo di un film e invece è l'incubo che stanno vivendo una cinquantina di famiglie tra Verderio e Robbiate i cui figli frequentano l'istituto comprensivo e che si trovano ad avere a che fare con un manipolo di bulletti, capeggiati da un capobanda particolarmente facinoroso.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ultima di una serie di episodi di vandalismo, prevaricazioni, danneggiamento, bullismo è stato il lancio di petardi all'interno del bus che stava trasportando gli studenti a Robbiate. Spaventato e con il timpano risultato poi parzialmente lesionato, l'autista ha accostato e chiesto l'intervento delle forze dell'ordine, giunte in loco con le pattuglie di carabinieri e polizia locale. Una scena avvenuta sotto gli occhi dei ragazzi ma anche degli automobilisti in transito al platano di Verderio che hanno visto i due bus bloccati, con alcuni ragazzi scesi e altri ancora a bordo e gli adulti, in divisa e non, intenti a mediare e a far desistere il gruppetto dal proseguire con il loro atteggiamento. A sbloccare la situazione, ma a rimediare anche alcune lesioni a seguito di calci, pugni e lancio di pietre nonché la rottura degli occhiali e una serie di minacce pesantissime, è stato l'assessore all'istruzione Francesco Falsetto salito sul bus e poi sceso con il capobanda, soggetto già noto alle istituzioni.
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“Non potevo tollerare una situazione simile, era un sequestro di persona avere i ragazzi bloccati sul mezzo, impossibilitati ad andare a scuola” ha spiegato ai genitori convocati nella sala consigliare di villa Gallavresi per metterli al corrente della situazione, ben nota a tutti già da tempo, e che ora è deflagrata, con necessità di un intervento corale della comunità.

“Per parte nostra è frustrante” ha proseguito al tavolo con l'assessore Natalia Burbello, il sindaco Robertino Manega, il vice Adelio Sala e il consigliere Sergio Andreotti “abbiamo già messo in campo tutte le risorse a nostra disposizione e i correttivi ma non c'è nulla da fare. Nessuno può intervenire. Siamo ostaggi di un minore che si sente al di sopra della legge. Siamo continuamente in contatto con forze dell'ordine, scuola, tribunale. Ma niente. Passa il tempo e il soggetto continua on il suo atteggiamento prevaricatore”.

A dare “sostegno” al ragazzo, alimentando così il suo sentirsi “eroe”, un gruppetto di 5/6 minori, tra italiani e stranieri, che lo spalleggiano, lo incitano e lo difendono (come è avvenuto giovedì sul bus), difficile dire se per convinzione, paura o voglia di emulazione. Fatto sta che la situazione tra le famiglie è diventata insostenibile.

I genitori, che hanno raccolto l'invito a un confronto con l'amministrazione, sono preoccupati e spaventati, sia dall'atteggiamento dei loro figli, alcuni dei quali per paura non vogliono più andare a scuola o vi ritornano spaventati, che per le conseguenze che potrebbero derivare se il clima peggiorasse.

Sul bus, come ha confermato lo stesso sindaco, c'è una linea divisoria, formata da sedili vuoti, tra chi sta davanti e chi sta dietro, una sorta di terra di nessuno. A nulla sono serviti gli ammonimenti e i provvedimenti presi con divieti di utilizzo del servizio bus o gli interventi della scuola. Il gruppetto li viola regolarmente. Ma quanto accaduto giovedì potrebbe davvero avere marcato la differenza.

A carico di diversi ragazzi, infatti, è stata sporta più di una denuncia per interruzione di pubblico servizio, lesioni, danneggiamento. Il costo del bus sostitutivo chiamato a trasportare i ragazzi a scuola dopo l'esplosione dei petardi, sarà messo in carico ai responsabili. E ora ci sono una cinquantina almeno di famiglie stanche e spaventate che hanno deciso di fare fronte comune.

L'amministrazione ha chiesto loro la piena collaborazione nel segnalare episodi pericolosi, sporgere denunce dove necessario e raccontare ufficialmente il loro stato d'animo e quello dei figli.
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Nel corso delle due ore di riunione si è parlato di istituire un servizio di vigilanza privata sul bus (l'amministrazione chiederà un preventivo, ndr), di formare un comitato per la sicurezza dei ragazzi finalizzato a raccogliere tutto quanto accade e a non far sentire solo nessuno, di tutelare il servizio di trasporto visto che l'azienda, a queste condizioni, ha anche ipotizzato di lasciare l'appalto.

Qualcuno del gruppo, hanno segnalato più genitori, sarebbe solito girare con un coltellino nello zaino, da lì il timore manifestato da alcuni studenti “E se poi succede come nei film americani che spunta una pistola?”.

“Abbiamo una legge che è sproporzionata” ha concluso l'assessore Falsetto dopo avere raccontato le minacce di morte subite a seguito dell'intervento sul bus “per tutelare un minore si nega il diritto agli altri di andare a scuola. Facciamoci sentire tutti assieme, nessuno deve essere lasciato solo. Chi è stato aggredito deve denunciare, chi vuole manifestare la sua preoccupazione e ha degli episodi da raccontare lo faccia con una lettera al protocollo. Siamo in una situazione di pericolo e di allarme, agiamo nella legalità ma non stiamo fermi. Facciamo rumore”.
S.V.
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