Mandic: (In)coerenza e serietà/3

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Ringrazio l'anonimo olgiatese dell'attenzione che mi presta (si fa per dire: in Consiglio comunale non c'ero, mi sono ribeccato il Covid). Al di là del voto di astensione - che non è voto contrario - espresso dal nostro gruppo sopratto per alcune discordanze sullo specifico ruolo che si è voluto attribuire al sindaco di Olgiate (ruolo di "sorveglianza") fra le parole della mozione che introducevano la "Lettera condivisa", l'anonima attenzione mi dà occasione di esplicitare una mia sensazione sbilenca: qualcosa non quadra in tutta questa complessa, importante, ma a tratti anche rocambolesca vicenda epistolare. Provo a spiegarmi: la "condivisione" non è e non può essere il fine, è soltanto il mezzo. La "condivisione" è sì l'utile utensile che smussa gli angoli fra i comuni di diverso colore e diverso carattere, perché oramai l'indole caratteriale del sindaco ha più peso dell'appartenenza politica... questo è e viva lo smusso, intendiamoci: la "condivisione" non è in discussione. Ma nemmeno la chiude, la discussione, però! Si apre adesso, proprio da e attraverso la "Lettera condivisa", il cammino che conta. E non è una passeggiata, è una battaglia. Lor signori hanno inteso che la concordia interna è il mezzo con cui si va a creare uno schieramento compatto e massiccio affinché appaia più forte e temibile all'esterno, e si faccia rispettare? Se le firme e i gonfaloni rappresentano tutta insieme l'identità del territorio, questa identità (il corpo e l'anima di 120mila e più persone) le firme e i gonfaloni l'hanno portata in campo aperto. E Lor signori sindaci si sono investiti della responsabilità di vincerla o perderla, la posta in gioco. Da qui in poi - ma lo hanno percepito ?- combattono per San Leopoldo Mandic. E non pregano più. Cioè vanno a pretendere, e devono saper pretendere con la cognizione di causa e la determinazione necessaria allo scopo una svolta, un cambiamento vero. Un nuovo direttore generale, un nuovo Piano Strategico, nuovi finanziamenti. Obiettivi che saper pretendere non è facile, affatto. Ma è di questo che i nostri Primi cittadini eletti dal popolo si sono incaricati, bontà loro. Di conseguenza una certa pressione bisogna che se la sentano addosso: 120mila elettori, più bambini, li guardano. Al dunque, nessuno si sieda sugli allori della "condivisione": ce ne facciamo qualcosa soltanto se l'unione fa la forza. Ok, per non fare troppo gli spessi e visto che siamo anche personcine civili, apprezziamo la cortese richiesta di attenzione inviata all'impegnatissimo assessore regionale, con ossequi. Ma non è per gentilezza che Bertolaso ci deve una risposta o ci concederà una visita, non è così che funziona. La Regione, lo Stato, i giganti del Privato sul nostro territorio (con tutte le sue complicazioni e senza nasconderci le sue colpe), non vanno omaggiati, non vanno inseguiti, vanno p-o-r-t-a-t-i alle scelte che servono. Vanno trascinati, con competente determinazione. E sottolineo "competente". Non è facile, non sarà facile strappare (sottolineo anche "strappare") a un quadro di alta competizione e di crisi che è insieme troppo vecchia e troppo nuova per finire a breve, un cielo sereno per il Mandic del futuro. Concludendo, caro anonimo olgiatese, della "condivisione" facciamone uno strumento, un mezzo utile alla causa. Non facciamone un Moloch, e soprattutto non tributiamogli le nostre piccole baruffe personali che non è il caso. Ad maiora.
Stefano Golfari
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