Mandic: tra potenziamento e dimissioni, cioè tra bugie e realtà

E ora non resta che attendere l’ennesima intervista sdraiata al sottosegretario regionale Mauro Piazza il quale, disponendo di quotidiano e settimanale cartacei  ci farà nuovamente sapere che “sul Mandic stiamo investendo” (Giornale di Merate 6 giugno 2023). Naturalmente non precisa né come né dove dato che “non si entra nel merito delle scelte della Direzione strategica”. E chi invece sostiene che la politica “deve” entrare nel merito anche perché è la politica che decide tutto sulla sanità almeno in Lombardia, è un citrullo. Del resto fa bene Mauro Piazza a formulare simili corbellerie: i sindaci, almeno la gran parte di essi, o non capiscono la questione o se ne disinteressano e, al più, fanno professione di fede verso l’inossidabile Sottosegretario che, nonostante lo slalom tra partiti, riesce sempre a farsi rieleggere. E’ il suo mestiere fare politica e è un mestiere che conosce e sa fare. Però abbia almeno l’onestà intellettuale di prendere atto che la situazione all’ospedale di Merate ha preso una piega drammatica con l’attuale Direzione strategica, anziché fornire l’alibi al disinteresse dei sindaci amici sostenendo il contrario della realtà.
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Ortopedia è uno dei pochi reparti ancora molto attivi, in grado di esercitare una forte attrattività. Non lo sono più Chirurgia e Ostetricia-Ginecologia, due divisioni chiave, storicamente fiori all’occhiello del presidio meratese. Lo era anche Psichiatria con Ambrogio Bertoglio e Barbara Pinciara. Ora il reparto è chiuso e chiuso resterà per sempre. Da oggi pure Ortopedia con le dimissioni del primario, l’ottimo Antonio Rocca, va in difficoltà.

Difficoltà in cui si dibatte anche Pediatria dove pare che, nonostante abbia dato il proprio nome, la dottoressa Francesca Cortinovis non prenderà parte al concorso per primario. Non sono note le ragioni ma se così fosse sarebbe un ulteriore guaio dato l’eccezionale impegno e la competenza che la dottoressa Cortinovis sta profondendo nella sua veste di primaria facente funzioni.

Tutto questo movimento, comprese le dimissioni di Tiziana Dell’Anna da primaria di Ostetricia-Ginecologia, non può essere estraneo alla conduzione dell’azienda da parte del direttore generale Paolo Favini.

E’ ora e tempo che lo si dica chiaramente. Fino alla gestione Manfredi il quadro generale pur tra mille difficoltà dovute essenzialmente alla penuria di medici, aveva retto.

Poi è iniziato il crollo. E’ stata chiusa la Psichiatria che pur con solo tre medici fino a pochi anni fa faceva registrare 250 ricoveri l’anno negli otto posti letto con indice di saturazione superiore al 100%; sono di fatto cessate le attività interne di Oculistica e di Urologia, se ne sono andati Del Boca e Biffi, col conseguente crollo delle attività di reparto, non è stata rinforzata la struttura di Gastroenterologia nonostante l’elevata domanda, l’attività di Pediatria è ridotta ai minimi termini. Con le dimissioni della dottoressa Dell’Anna la Ginecologia è senza una guida e, soprattutto, senza una prospettiva. E ora, con le dimissioni di Antonio Rocca è arrivata l’ultima mazzata.

Si può ancora parlare di potenziamento del Mandic senza coprirsi di ridicolo?
Claudio Brambilla
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