Dietro la nuova grafica resta l'azzardo visionario di 23 anni fa, "voce" libera puntuale, indipendente e professionale


Il trio di testate online di Merate, Casatenovo e Lecco è un caso che prima o poi andrà studiato nelle scuole di giornalismo:
- per l'azzardo visionario della nascita: collocarsi sul web quando ancora i giornali apparivano saldamente ancorati alla forma cartacea;
- per la pervicacia della maturità: resistere e addirittura crescere come numero degli accessi quando anche tutte le altre testate hanno aperto la loro versione web;
- per l'apparente anacronistica scelta di essere un portale e solo un portale, senza alcuna estensione sui social per far rimbalzare le notizie e raggranellare pubblico;
- per la capacità di diffusione intrinseca al canale (il web) e favorita dalla qualità della scrittura (ricordate tutti quanto il New York Times ha ripreso le nostre pagine per i fatti del Covid, e posso testimoniare io per primo di come gli scrittori che recensisco nella mia rubrica ci scrivano dalla Spagna, dal Cile, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, per dirci: "Ho letto il tuo pezzo, amico mio: grazie!");
- soprattutto per l'assoluta gratuità della consultazione, mentre quasi tutte le altre testate danno libero accesso solo ad alcune notizie civetta, a pezzi brevi, o vecchi, e propongono l'intero contenuto solo in abbonamento.
Quando si parla di "libertà di espressione" capita spesso di considerarla solo dal punto di vista "attivo", ovvero la libertà di esprimere le proprie opinioni senza censure o discriminazioni. Esiste tuttavia un diritto ancor più originario e propedeutico a questo, ed è il diritto di ciascuno di noi di poter conoscere le idee altrui e aver accesso alle informazioni senza alcuna limitazione. È una sorta di libertà "passiva", e viene garantita anche e soprattutto da testate come le nostre tre.
Si dirà: ma ormai le informazioni si trovano comunque tutte e subito in rete senza alcun bisogno di leggere un giornale online né, tantomeno, di acquistarne uno in edicola il giorno dopo quando ormai i social hanno già fatto a pezzi ogni fatto, vivisezionato ogni pettegolezzo, vomitato ogni giudizio possibile.
Ma un conto sono i fatti, un altro le dicerie, un altro ancora i pettegolezzi, e un altro le notizie.
Se è vero che esiste una forma di citizen journalism, di giornalismo partecipativo incoraggiato dai nuovi media, è altrettanto prezioso il lavoro di chi di mestiere non fa il blogger, l'influencer, l'hater, il copincollatore di comunicati stampa o la comare di quartiere, ma fa il giornalista. Vede i fatti, li accerta, capisce quali di essi sono notizie, le racconta. Scrivendo bene, si spera.
Mettendoci del suo, anche. Non è una cosa sbagliata: l'imparzialità non esiste quando si racconta qualcosa. Chiunque faccia questo mestiere conosce mille trucchi per far virare il racconto di un fatto in una direzione o in un'altra pur rimanendo inattaccabile quanto a formale oggettività. Di solito lo zampino del diavolo si infila nelle virgole, o nelle foto scelte ad hoc. Per questo ogni giornale ha il proprio tono di voce, e un proprio stile, che lo rendono riconoscibile, nel bene e nel male.

Qual è lo stile di Merateonline, Casateonline e Leccoonline che adesso cambiano stile? È solo un'operazione di chirurgia plastica sull'aspetto esteriore del sito, per mascherare qualche ruga del tempo? Chi ci legge ci riconoscerà ancora?
Siamo diventati più netti e più ariosi nella grafica: per essere più leggibili e puliti, come una voce diventata adulta. "Less is more", dicono i guru della comunicazione: semplificare la grafica rende più appuntiti i contenuti.
Perché questa è la voce che ci piace avere: puntuale, indipendente, professionale, gratuita.
Ci riconoscerete ancora.

Stefano Motta
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