Brugarolo: sciopero dei dipendenti Agnesini che chiedono rilancio e ammodernamento

Una quarantina di dipendenti dell'Agnesini, azienda meratese specializzata nella lavorazione di carta, ha scioperato per un paio d'ore nel tardo pomeriggio di giovedì 20 ottobre. A scaturire la protesta è stata la mancata firma della dirigenza di un accordo di secondo livello attraverso cui i dipendenti, supportati dai sindacati, chiedevano una serie di adempimenti da realizzare in modo da garantire delle condizioni di lavoro migliori. La sottoscrizione sarebbe dovuta avvenire nella mattinata odierna. Il pomeriggio precedente, infatti, i rappresentanti sindacali avevano incontrato i vertici dell'azienda e illustrato il percorso che la firma avrebbe dovuto "concludere".

Nell'azienda, hanno raccontato, le commesse non mancano, tutt'altro, ma il numero di lavoratori non è sufficiente. "Siamo circa 80 dipendenti, divisi in due turni. Negli ultimi anni sono andate in pensione 12 persone e non sono mai state rimpiazzate, molti di noi devono compiere due o tre mansioni contemporaneamente. I capiturno invece si trovano a dover fare di tutto per compensare la mancanza di personale".

A questo si aggiungerebbe una mancanza di rinnovamento e adeguamento generali di attrezzi e strumentazioni. "Siamo sprovvisti persino di un pallettizzatore, il che vuol dire che ogni bancale viene avvolto con la pellicola di plastica a mano da un operaio. Quando ti trovi ottanta bancali da avvolgere è chiaro che di tempo ne perdi e rimani indietro con il resto". 

"Più in generale si può dire che manchi una tenuta aziendale" ha detto Fabio Gerosa, referente CGIL presente alla manifestazione insieme a Giuseppe Autiero, referente di Fistel CISL per Lecco e Bergamo. "È come se la dirigenza non volesse investire nell'azienda". Tutto infatti, da quanto raccontato dagli scioperanti pare essere "lasciato andare". "Ci sono molte cose che andrebbero migliorate, anche banalmente i pavimenti che, in alcuni tratti, presentano sconnessioni che rendono difficoltoso passare con i carrelli carichi di vernici. C'è sempre il rischio di rovesciare tutto". 

Nel 2015 l'azienda situata nella frazione Brugarolo, in via Fermi, era stata colpita da un incendio. "Le quote economiche erano state recuperate grazie alle assicurazioni - ha spiegato Fabio Gerosa di CGIL - qualche piccolo investimento è stato fatto, ma poi più niente. Non è avvenuto un rilancio aziendale". Il perché non vengano fatti investimenti all'interno dell'azienda non è noto ai dipendenti, ma sarebbero più chiari invece i tagli che la dirigenza avrebbe in programma: "Vogliono chiudere la mensa. Il problema è che noi non possiamo mangiare sul luogo di lavoro stampando carta destinata a uso alimentare e farmaceutico, quindi cosa facciamo? Ci dobbiamo chiudere in bagno?" hanno domandato. 

"Noi teniamo all'azienda, vogliamo continuare a lavorare, ma sono anni che chiediamo dei miglioramenti. Ci sono i bagni da rifare, i pavimenti, tante piccole opere, e poi c'è da assumere, perché gli ordini non mancano. Abbiamo lavorato ininterrottamente anche durante il Covid, ma continuare a farlo in queste condizioni è difficile. Vogliamo che le cose cambino e si possa pensare a un futuro diverso". 

Lo spazio resta a disposizione dell'azienda per eventuali repliche o precisazioni.

E.Ma.
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