Su Ospedale e ordine pubblico si deve agire. Ma chi deve vedere chiude gli occhi e tira diritto

Nonostante l'anticiclone africano abbia ripreso forza intimando a chi è rimasto in città di cercare frescura e riparo dal sole canicolare la nostra "piazza virtuale" è sotto pressione ancor più della già assai elevata media giornaliera. Ordine pubblico e declino del Mandic sono gli argomenti che stanno infiammando i lettori.

Partiamo dall'ordine pubblico, già avvertendo che ci ripeteremo: la disputa che rimbalza da una parte all'altra di Merate non avrebbe ragione di esistere se, chi di dovere - ossia il Sindaco come primo responsabile dell'ordine pubblico e il comandante della Polizia locale - intervenissero con decisione nella rigida applicazione delle regole. Lo stesso primo cittadino, avvertito della necessità di intervenire, ha derogato dal piano acustico per alcune manifestazioni. Ordunque, questo piano acustico c'è e a quanto pare è noto ai suddetti signori. Ebbene Massimo Panzeri faccia come il suo collega Paolo Brivio, acquisti un fonometro. Davide Fortunato Mondella, dal canto suo, allestisca una pattuglia serale come a Usmate, ad esempio, dalle 22 alle 2 del mattino col preciso incarico di far rispettare il piano acustico, grazie al fonometro, nonché il corretto parcheggio che non può essere ad mentula canis lungo la provinciale. L'applicazione puntuale della Legge assicura la pacifica convivenza senza per ciò impedire le iniziative - purché autorizzate - e gli eventi promossi per allietare le serate estive ma al tempo stesso senza costringere chi non vi partecipa a maratone notturne non potendo prendere sonno. Se ciò non accadrà le conseguenze di non improbabili conflitti tra le parti ricadrà su coloro che non hanno onorato i rispettivi incarichi. Una sola curiosità, ci sia concessa: l'organizzatrice dell'evento nel bar accanto al distributore di via Como scrive di carabinieri già presenti.
Un'affermazione molto grave, soprattutto per l'Arma il cui compito è fare rispettare la Legge. Potrebbe essere più chiara?

Decisamente diverso e assai più importante il tema ospedale. Con le dimissioni di Del Boca e della Biffi si innesca un pericolo mortale per il reparto di Ostetricia Ginecologia. Quel che da tempo si temeva è accaduto, e la risposta dei pazienti è un'onda che monta. Un problema grande come una casa che si somma alle difficoltà del Pronto soccorso che opera con diversi medici di cooperative e che tra poco perderà anche lo storico dottor Bellingeri; della struttura semplice di Endoscopia, cronicamente sotto organico, di Chirurgia e Ortopedia con liste d'attesa per interventi chirurgici ormai chilometriche, della Psichiatria tuttora chiusa e nemmeno si sa se e quando riaprirà. A ciò si aggiungono i problemi di agenda con gran parte delle prestazioni ambulatoriali oltre il limite, i trasferimenti di servizi a Lecco, la soppressione della navetta e...meglio fermarci qui per non contribuire alla demolizione del presidio. Presidio sotto attacco dei concorrenti diretti e assai più agguerriti di Vimercate e Ponte San Pietro. Le responsabilità? Certamente più a livello regionale, ormai la mitica eccellenza lombarda è un ricordo sbiadito. Ma ci sono anche responsabilità locali dovute a un clima di priorità che favorisce il Manzoni a scapito del Mandic. Anche qui lasciamo perdere le esemplificazioni, sono decine ma gli articoli debbono essere brevi.
E la politica? A gestirla per conto di Forza Italia e Lega è Mauro Piazza, consigliere regionale di indubbio valore e intelligenza ma anche attento a non disturbare il manovratore milanese che potrebbe, in caso contrario, mettere in discussione la prevedibile ricandidatura nel 2023. E dietro Piazza il vuoto. Merate che ospita l'ospedale ha in Giunta elementi che per origine probabilmente non nutrono profondo affetto per il presidio; mentre gli altri attendono una iniziativa dal Sindaco. Iniziativa che non verrà.
Nonostante tutto non verrà. Perché? Non lo sappiamo. Quel che accade è di una evidenza solare eppure l'uomo resta immobile e tira diritto. Viene il dubbio che nutra ambizioni politiche e che, per ciò, si adegui all'atteggiamento silente del consigliere regionale. Covando dentro di sé la speranza di prenderne il posto.
Claudio Brambilla
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