Olgiate, il PD sulle case di comunità: non sia un cambio di etichetta, serve personale

La settimana scorsa a Olgiate Molgora è stata inaugurata la prima Casa di Comunità della provincia di Lecco, un grande evento che ha visto anche la presenza della vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti, la quale nel corso della mattinata ha rilasciato dichiarazioni in merito alla situazione sanitaria in Lombardia. 

Manuel Tropensconivo (segretario provinciale PD), Margherita Viganò (segretario circolo
PD Olgiate Molgora), Ausilia Fumagalli (segreteria Pd con deleghe salute e welfare), Leonardo Brembilla
(segretario circolo PD La Valletta), Pierantonio Galbusera (consigliere minoranza) e Alessandro Brambilla (ex-sindaco).



Sono state proprio quelle dichiarazioni il punto di partenza della conferenza stampa tenutasi nella mattinata di sabato 7 maggio presso la sede del circolo PD di Olgiate Molgora, avente per tema sanità e Casa di Comunità. "Sono state promesse assunzioni di personale e stabilizzazione di quello esistente. Ci è stato annunciato sostanzialmente che sono iniziate le elezioni" ha detto il segretario del circolo olgiatese Margherita Viganò, affiancata da Ausilia Fumagalli, delegata a salute e welfare della segreteria provinciale PD, e Manuel Tropensconivo, segretario provinciale PD. 

"Sotto elezioni si possono dire molte cose - ha continuato - che i telegiornali poi amplificano, ma la realtà è drammaticamente diversa". Dunque Viganò ha ripreso quello che è accaduto dal punto di vista sanitario negli ultimi 20 anni, lo smantellamento di reparti e consultori: "Secondo noi andrebbe data una medaglia nera alle giunte del centro destra. La pandemia non ha fatto che mettere in risalto tutto questo, dimostrando un grande spreco di denaro dei cittadini lombardi, come per esempio i 20 milioni per la Fiera di Milano."   Ma venendo alla realtà locale, la Casa di Comunità - ha spiegato il segretario Pd di Olgiate - c'era già anni fa, con un consultorio che contava un impiegato fisso, un'ostetrica, un ginecologo dell'ospedale due volte a settimana e poi l'assistente sociale. "Tutte le stanze erano occupate da personale dipendente del nosocomio. A poco a poco è stato ridotto, fino a giungere alla chiusura. Durante l'inaugurazione ho chiesto a qualcuno dei presenti quando sarà operativa questa nuova casa, mi è stato risposto 'bella domanda'". La promessa fatta da Viganò è stata di monitorare che i cartelli esposti non restino solo una targa, ma che i pochi servizi offerti vengano veramente attivati. 

"L'inaugurazione non può essere solo un cambio di etichetta, - è intervenuta Ausilia Fumagalli. - Le Case di Comunità non possono essere solo semplici poliambulatori. Abbiamo bisogno di strutture fisiche con team formati che rispondano ai bisogni delle persone. Quali servizi aggiuntivi sono stati previsti oltre quelli citati all'inaugurazione? Sono stati definiti degli standard da garantire? Noi saremo vigili su questo". Ausilia Fumagalli ha dunque delineato un quadro più accurato sulla situazione sanitaria a livello provinciale. Un tema fondamentale infatti che interessa non solo la Casa di Olgiate, ma anche le prossime che verranno aperte, è il personale. Con quali risorse verranno gestite queste Case?  "C'è carenza di psichiatri, per esempio, ma anche di medici di medicina generale. Il Pd ha fatto proposte concrete e ha lanciato una raccolta firme per sollecitare Regione Lombardia su questo fronte (CLICCA QUI). Abbiamo proposto di incrementare borse di studio, ridurre adempimenti burocratici e rendere ancora più appetibile appetibile la professione". 

Ulteriori osservazioni sono state mosse sul fatto che molto spesso dalla Regione si tende a dare la colpa della situazione al Governo. "Per gli ultimi vent'anni però in Regione c'è stato il centrodestra" ha detto Ausilia Fumagalli. Un altro punto importante citato è stato quello relativo alla legge 22, approvata in Consiglio Regionale sulla riforma sanitaria, su cui sono state mosse osservazioni da parte del Governo, a cui tuttavia non è stato dato il giusto peso. 

"Il concetto di libera scelta vale solo per chi ha i soldi. Quando parliamo di sanità pubblica parliamo di sanità accessibile a tutti. Abbiamo il problema di liste d'attesa lunghissime. L'ennesima soluzione sarà finanziare ancora medici privati per dimezzare i tempi? Ma perché non investire questi soldi nel pubblico?" Per Ausilia Fumagalli è importante fare lavoro di ascolto. "Molti amministratori del territorio hanno lavorato insieme e fatto grosse integrazioni sociosanitarie grazie al dialogo con Ats". 


La parola è passata infine a Manuel Tropensconivo, che ha spiegato come spesso la sanità venga dipinta come un'oasi felice. "Ma come sappiamo, intorno alle oasi c'è il deserto. Sarebbe ingeneroso dire che abbiamo problemi gravi di sanità, perché vantiamo anche delle eccellenze e molte strutture che rispondono alle esigenze. Quello che si scopre però è che nel territorio attorno 'all'oasi' negli ultimi 30 anni sono stati tolti a poco a poco molti servizi. Case di Comunità e consultori infatti c'erano già". 

Impensabile pensare a una sanità in competizione tra pubblico e privato, come definita dall'assessore Gallera. "Non si può mercificare sulla sanità, parliamo di un diritto. Noi abbiamo fatto le nostre proposte in sede di Consiglio Regionale, e mentre altri basano una campagna elettorale sulle Case di Comunità, intanto i cittadini chiedono risposte concrete. Ci auguriamo ci possa essere presto una risposta finanziaria, gestionale e politica". 

Intervenuto a fine conferenza anche il capogruppo di minoranza di Olgiate Stefano Golfari, seduto tra il pubblico insieme al collega Pierantonio Galbusera: "Senza troppi giri di parole, serve che le persone si sveglino. I lombardi sono plagiati da questa narrazione dell'eccellenza iniziata con Formigoni. Nemmeno la pandemia è servita a rendere la popolazione più conscia di quello che è un suo diritto. Serve impegno fin dal livello locale, bisogna fare domande, dov'è il personale? Realizziamo strutture, ma manca il personale. A Olgiate abbiamo la fortuna di avere questa casa, staremo vigili su come evolverà la situazione". 

Seduto accanto a Golfari anche l'ex-sindaco Alessandro Brambilla, che ha definito la Casa di Comunità un palliativo. "Se vogliamo davvero mostrare i risultati di questi 30 anni di amministrazione (regionale ndr) della destra, dobbiamo tenere informata la popolazione. Sono pochi gli argomenti: sanità, territorio, lavoro e servizi come trasporti e scuola". 
E.Ma.
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