Brianza mobilitata per portare aiuti all’Ucraina. Provincia e Merate, invece,  stanno a guardare

Di questo passo, con l'Amministrazione in carica, di Merate resterà traccia soltanto sulle carta geografica.
E non parliamo del "peso" politico, ormai prossimo allo zero. Ma della presenza della città capofila nel quotidiano, nella vita di tutti i giorni soprattutto ora con la Brianza in grande spolvero per portare aiuti al popolo ucraino e Merate che osserva dormiente.

E qui, non ce ne vogliano le associazioni locali - e se anche ce ne vorranno sapremo farcene una ragione - ma se l'unica iniziativa è invitare a donare alla Caritas, beh forse bastava un giro di telefonate tra volontari.

Quello che sta accadendo intorno, invece, ha dell'incredibile: il deposito di La Valletta Brianza è un vero e proprio alveare verso cui convergono ogni giorno furgoni e camioncini da ogni dove, da Premana a Verderio, da Olginate a Casatenovo passando per Ponte Lambro  e Boffalora ticinese per portare quintali di aiuti. Montevecchia ha messo in campo un team Ucraina di coordinamento, Cernusco ha organizzato una raccolta tramite il consolato, Paderno ha addirittura recuperato 29 ucraini giunti in Polonia senza avere l'idea di dove poi andare. Sirtori, Brivio, Olgiate, Calolzio, Vercurago, Calusco, l'elenco dei Comuni in campo è infinito.

Al contrario la Provincia si diletta con l'omaggio floreale ai morti di Covid - sai che sforzo - e Merate mostra i colori gialloblu sulla facciata del Municipio (come sopra). Iniziative concrete zero.

La città non muore perché ci sono poche manifestazioni in piazza, la città muore perché non c'è più il senso di appartenenza, perché a Palazzo a tutto pensano - forse - fuorché a trasformare quei locali in fucine di progetti e iniziative atte a coinvolgere sodalizi e cittadini.

E il pensiero - per associazione di idee - corre agli ambientalisti da salotto. Pensate un po': all'invito rivolto dall'assessore Robbiani per partecipare alle giornate ecologiche, Legambiente ha risposto di essere spiacente ma di non avere volontari disponibili.

E quelli che vorrebbero chiudere l'intera riserva e lasciare che la natura faccia il proprio corso sotterrando definitivamente il lago dove sono?
Già che ci siamo, dato che la regione non approva il nuovo regolamento di gestione, è possibile che dal 1° aprile fino al 15 giugno l'intera area sarà cinturata e impedito l'accesso a chiunque. Ebbene se a tanto si deve arrivare non resta alle persone di buon senso e equilibrio mentale che raccogliere le firme per proporre la soppressione del Sito di interesse comunitario in modo che poi il regolamento lo farà il Comune. Così agli animali a due e quattro zampe sarà lasciata in uso esclusivo la zona A più sensibile, almeno per 3-4 mesi l'anno e tutto il resto tornerà nella disponibilità degli umani.

Echecazzo adesso le persone contano meno di un tarabusino?
Claudio Brambilla
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