Ospedale: è partita la controffensiva ma per me è puro cazzeggio teorico. Altra è la realtà

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Caro direttore

Tra le tante critiche che ho letto in questi lunghissimi anni mai mi era capitato di leggere che a un tuo articolo manca un capo e una coda. Eppure - credo che tu l'abbia già in mano comunque te lo giro - c'è un documento scritto da un medico dell'ospedale e fatto circolare tra il personale della struttura che citando il tuo pezzo di sabato dedicato all'incapacità o alla non volontà della Giunta di Merate di difendere il Mandic si apre proprio così: all'articolo manca un capo e una coda.

Francamente di quel documento non ci ho capito gran che: formulata la critica non aggiunge la proposta. Non ho la certezza circa l'autore di questa lunga lettera, ma un'idea sì, anche se la copia mia non è firmata. Per prudenza non faccio il nome del primario che l'ha vergata. Dico per prudenza perché di questo testo si può solo dire il peggio: una retorica bolsa, un'ipocrisia servile, un rosario di parole vuote senza una proposta, priva di un autentico rilievo critico, di uno sprone a passare dal pensiero all'azione.

Concetti affabulati, tesi a confutare l'asserto secondo cui l'ospedale di Merate è sottoposto alla tortura cinese, una goccia dopo l'altra, un pelo di cavallo strappato dopo l'altro, un lento ma costante depauperamento. E non lo vede solo chi non lo vuole vedere.

Però un bersaglio reale secondo me c'è e non è il tuo giornale. Lo intuisci leggendo il passaggio a metà lettera: il vero bersaglio è la petizione inviata alla presidenza della Giunta regionale lombarda e all'assessore al welfare. L'anonimo estensore si domanda (retoricamente perché lo sa bene) da chi è partita la petizione, chi l'ha scritta, con chi e come è stata condivisa, perché ora non tre mesi fa......Poi il colpo di grazia: la difesa dell'indifendibile. E chi ha orecchie per intendere intenda.

Che ingenuità. Come se fossimo nati ieri o avessimo messo piede al Mandic soltanto pochi anni fa.

Caro anonimo: io e il mio amico direttore sono decenni che seguiamo il Mandic, mica abbiamo bisogno di te, delle tue "collaborazioni bidirezionali intra e inter aziendali...." .

Non abbiamo bisogno di "identificare il problema...". Il problema ci è ben noto e non da ieri l'altro ma da diversi anni.

Insomma, caro direttore, è partita la controffensiva, nel disperato tentativo di difendere la direzione medica di presidio e, più sopra la direzione generale. Una controffensiva a mio parere davvero intrisa di moralismo da quattro soldi che finge di non vedere ciò che è evidente. Un esempio: prendiamo la Pediatria, citata dall'anonimo. Con il professor Vincenzo Saputo era balzata ai primi posti in campo nazionale. Gloria e vanto del San Leopoldo Mandic. Un primario che intercettava domande provenienti da ogni dove. E stato così anche con Alberto Bettinelli. Otto camere doppie, sei camere singole di isolamento, un elevato tasso di saturazione che calava solo nei mesi estivi. Oggi cosa è rimasto di questo reparto fiore all'occhiello del Mandic? Pochi posti letto, a Pasqua occupati solo 3 e un'attività ormai ridotta a day hospital "aperto" e all' osservazione breve cui raramente fa seguito il ricovero. Che succede, i minori non si ammalano più? O si ammalano ancora ma scelgono altri ospedali dove farsi curare? O addirittura vengono dirottati altrove? E se fosse davvero così di chi è la responsabilità prima se non del primario? Di esempi dentro il presidio di reparti le cui sorti alterne sono state legate al valore o al disvalore del primario ce ne sono tanti. Uno anche di estrema attualità.

Alla fumosa lettera alla vasellina fa da contraltare la petizione inviata in Regione che concretamente elenca punto per punto i servizi soppressi e quelli trasferiti a Lecco. Un lungo e doloroso elenco che trova conferma tra quanti da dentro e da fuori hanno seguito per decenni le vicissitudini del presidio ospedaliero di via Cerri.

Di questo si deve parlare: punto per punto, servizio per servizio, prestazione per prestazione. Il cazzeggio filosofico sta a zero quando per il ritiro di alcuni referti un meratese deve andare a Lecco. E' chiaro il concetto o ancora no?

Matrix

 

 

Caro amico,
sono rimasto nel dubbio se pubblicare o ignorare questa fiera dell'ovvio, questo mercato di banalità travisato sotto concetti di alto spessore, di specchiata rettitudine e moralità. Per quanto, come te, avessi ben colto il reale bersaglio e il mandante. Però dato che hai scritto mi hai tolto dal dubbio. Aggiungo anche una considerazione finale: anche io non ho documenti firmati, però credo che la mano sia proprio di Francesco Morandi, primario di pediatria, giunto al Mandic dall'ospedale di Treviglio nell'ottobre 2018 (naturalmente se non fosse lui, lo spazio è a disposizione dell'interessato per una smentita). Mi dicono che abbia svolto un ruolo notevole nella dura critica alla petizione. E mi dicono pure che tra poco più di un anno potrà andare in pensione, mentre la caposala potrebbe tornare a Lecco. Vedi, se tutto ciò corrisponde al vero, la manovra complessiva assume un contorno diverso e allarmante. Che ne sarà del reparto di pediatria dopo il Covid? Tornerà con un nuovo primario e una pianta organica adeguata a essere quello che era prima di Morandi o resterà un luogo di transito prima del trasferimento del paziente a Lecco?

C.B.



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